LUTTO

Montichiari dice addio a Gianni Serra, il regista geniale attento al sociale e al territorio

Autore di testi radiofonici, programmi TV e film inchiesta, era considerato uno dei massimi esponenti del cinema italiano degli ultimi decenni.

Montichiari dice addio a Gianni Serra, il regista geniale attento al sociale e al territorio
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di Marzia Borzi

Si è spento ieri, giovedì 3 settembre, al Gemelli di Roma Gianni Serra uno dei più importanti cittadini monteclarensi, regista geniale e attento come pochi alle criticità sociali e del territorio. Aveva 86 anni.

La giovinezza

Nato a Montichiari il 14 dicembre del 1933, legato a doppio nodo con la famiglia del Conte Treccani degli Alfieri, Serra era partito da giovanissimo dalla sua terra natale con la quale aveva mantenuto comunque un legame affettivo, soprattutto perchè a Montichiari la mamma Angelina aveva deciso di far ritorno per spegnersi serenamente.

Trasferitosi a Milano, aveva studiato filosofia e si era dedicato a lungo alla pittura, esercitandosi nello studio del cugino, il pittore Ernesto Treccani, ma fu la città di Parigi a spingerlo verso l'ambiente del cinema e l'incontro con George Franju, regista, giornalista e animatore di cineforum con il quale strinse una proficua amicizia.

La carriera

Nemmeno ventenne, nel anni Cinquanta, aveva iniziato a collaborare con la Rai a Milano, occupandosi di programmi di vario tipo e affiancando personaggi del calibro di Mike Bongiorno, Enzo Tortora ed Enzo Biagi.

Autore, di testi radiofonici e inchieste per R.T e TV7, nei primi anni Settanta si era affermato come regista di film di livello fra i quali "La ragazza di via Millelire" del 1979, uno sguardo spietato sull'emarginazione giovanile in una grande metropoli e una violenta requisitoria sugli sfaceli prodotti dalla droga. Uno dei film più importanti del cimema italiano del decennio,

Professionista geniale, molto attento alle inchieste sociali, sincero quasi fino a diventare spietato, fu tra i primi nelle sue opere a denunciare le situazioni di degrado metropolitano, i disastri ambientali e le pagine più buie e oscure del Novecento e di quella "Milano da bere" che ben conosceva, subendo per questo l'ostracismo di gran parte del mondo cinematografico nel quale si muoveva e che lo aveva da anni dimenticato, come la cittadina che gli ha dato i natali.

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