«L’Ulisse monteclarense» si racconta 

«L’Ulisse monteclarense» si racconta 
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Lo scrittore monteclarense ha dato alle stampe un testo più meditativo e profondo, che ripercorre la sua vita di uomo dall’animo inquieto per desiderio di conoscenza, dal titolo «Lo skipper che scalò il Kilimanjaro». Racconti che descrivono la Montichiari dei tempi che furono con le esplorazioni proibite in castello, fino alle scelte di vita più drastiche che hanno portato Roversi ad abbandonare, alla soglia dei cinquant’anni, una vita precostituita per girare il mondo dapprima come guida turistica per viaggi avventura e poi come skipper sulle barche a vela.

«La scrittura ormai è il solo modo che ho per viaggiare» racconta Bruno «per raggiunti limiti di età, non faccio più lo skipper ma leggo molto e coltivo ancora la mia curiosità. I racconti nascono da quello: dal desiderio di esplorare i recessi della memoria come un navigante farebbe con territori ormai lontani e quasi sfuggenti.

Scrivere mi dà soddisfazione ed è comunque un modo per restare in contatto con Montichiari, il paese della mia infanzia al quale sono tornato dopo molto peregrinare.» La valenza degli scritti di Bruno Roversi, che è già in fase di preparazione con una terza fatica letteraria, non sta tanto nella grandezza del contenuto ma nella grande spinta propulsiva verso la conoscenza che ne emerge. Una vera lezione di vita per tutti.


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