Intervista

La voce della libertà: il mezzosoprano di Urago in scena con La Carmen

Annalisa Stroppa è la prima cantante che è tornata a esibirsi a teatro dopo il Covid.

La voce della libertà: il mezzosoprano di Urago in scena con La Carmen
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di Simone Bracchi

L'intervista a una delle più grandi artiste della musica lirica, Annalisa Stroppa. "Chiusa in casa per un mese non sono riuscita a cantare, poi sono tornata a esternare le mie emozioni".

La voce della libertà: il mezzosoprano di Urago in scena con La Carmen

E’ stata la prima cantante lirica italiana a esibirsi dopo la drammatica esperienza del Coronavirus. E questo non può essere sicuramente un caso. Perché la meravigliosa voce di Annalisa Stroppa, il mezzosoprano di Urago che in 11 anni di gloriosa carriera ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, non ha solamente incantato i pochi (e fortunati) spettatori presenti al teatro di Wiesbaden in Germania, ma è stata soprattutto un inno alla libertà. Nel senso più profondo e genuino del termine: perché l’artista uraghese ha esternato «tutte le emozioni, sia negative sia positive, accumulate in questo drammatico periodo. E l’ho fatto attraverso un linguaggio che si presta a questo perché è unico, senza filtri. Perché universale. Ed è ecco che è scattata la magia. E quel teatro, nonostante fossero presenti solamente 180 persone distribuite in più di mille posti a sedere, sembrava tutto esaurito. Perché ogni spettacolo è speciale a modo suo e in questo il mio pensiero non poteva non essere rivolto a tutti coloro che hanno sofferto, a quelle persone che oggi non sono più tra noi».

Il messaggio dell’artista

Le parole di Annalisa Stroppa sono quelle di un’artista straordinaria, capace di percepire e interpretare quelle sfumature, quei messaggi che la maggior parte delle persone non coglie. Ed è proprio attraverso quella sensibilità, quella fiducia nell’essere umano «capace di trasformare le difficoltà in opportunità», che non ha potuto non cogliere un significato positivo in quella che ha definito «una tragedia».
«Viviamo in una società estremamente individualista, ma credo che quello che abbiamo vissuto in questi mesi, pur nella sua drammaticità, ci abbia insegnato quanto dipendiamo gli uni dagli altri - ha spiegato - E in questo senso il mio auspicio è di non tornare alla “solita” normalità. Ma di ripartire con occhi nuovi, con animo diverso da una nuova normalità, più profonda e capace di unire maggiormente le persone. Proprio come accade nel mondo dello spettacolo, dove i singoli sono connessi tra loro. In un certo senso credo che il teatro sia la metafora della vita».

La Carmen

Annalisa Stroppa venerdì sera si è esibita all’Internationale Maifestspiele a Wiesbaden, capitale del Landa Assia. In quale opera? La Carmen di Bizet.
«Lo spettacolo, come tutti gli altri, in un primo momento era stato annullato: ed è stato proprio questo aspetto, ossia l’incertezza del futuro, a preoccupare noi artisti e tutte quelle persone che lavorano nel nostro settore - ha spiegato l’artista - Poi è arrivata la bella notizia. Respirare di nuovo l’atmosfera del teatro, dopo due mesi trascorsi in casa, è stato emozionante. E per me è stato un onore essere la prima cantante a tornare in scena dopo il Covid».
Lo spettacolo ovviamente si è svolto in forma semiscenica e «sul palco c’erano solo pochi solisti e siamo stati costretti, per questioni igieniche, a indossare i nostri costumi. Anche in camerino eravamo soli: mi sono pettinata e truccata. Questo mi ha fatto capire ancora di più di quante persone straordinarie, anche se lavorano dietro le quinte, sia composto il teatro. Appunto quel mondo interconnesso di cui parlavo prima. E questo spettacolo l’ho voluto dedicare anche a loro».
A teatro c’erano poche persone, ma la loro presenza si è fatta sentire «attraverso applausi fragorosi. Anche loro hanno partecipato con maggior passione ed entusiasmo».
Dall’opera sono stati selezionati arie e duetti e anche i protagonisti hanno dovuto rivedere leggermente il «copione»: «Alla fine Carmen viene uccisa da Don José. Ma non potendo entrare in contatto tra di noi, mi sono trafitta da sola. Una rivisitazione, ma il messaggio di fondo non è cambiato e credo che siamo stati molto bravi a trasmettere la tensione e la drammaticità del momento».
E la sua esibizione, infatti, è stata sublime. E per la sua comunità motivo di grande orgoglio.

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