La Via crucis porta la firma di Gino Salvarani

La Via crucis porta la firma di Gino Salvarani
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L’ultima opera dello scultore Gino Salvarani, una “Via crucis” composta da quindici bassorilievi in terracotta è stata collocata nella Chiesa del Belvedere a Castiglione delle Stiviere. Gino Salvarani nasce a Mantova nel 1936. Vive e lavora a Castiglione delle Stiviere. Dopo le scuole primarie completa la sua formazione artistica all'Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la protezione di due grandi maestri come Drei e Mastroiani. Il maestro Salvarani predilige scolpire opere Sacre. Nella sua lunga carriera da artista ha eseguito, con successo, molte opere, tra cui alcune medaglie commemorative, mentre la chiesa del Belvedere ospita già un suo crocefisso in legno. La Via crucis di Gino Salvarani fa rivivere la sofferenza e la morte di Gesù in un insieme unitario e coerente, con un’espressività nuovissima, minimale e al contempo realistica. Non si arresta alle quattordici stazioni tradizionali, ma aggiunge la quindicesima: la Resurrezione del Signore, che dà senso alle precedenti, rivestendole di luce. Lo scultore entra in una comprensione profonda del dramma della Croce, della sofferenza di Cristo, dell’abbandono alla volontà del Padre.

I bassorilievi sono depurati dai riferimenti alle rappresentazioni artistiche del passato, per lasciare spazio a un’essenzialità intimamente umana. Modellati in terracotta, hanno una semplice struttura circolare, con una cornice decorativa, a volte interrotta, a volte aperta ad accennare la croce. Le concavità creano un gioco di ombre con i volumi del volto di Cristo, mentre la luminosità delle superfici completa il gioco espressivo. “Questa Via crucis viene offerta ai fedeli e alla comunità nel periodo quaresimale, momento centrale nella vita della Chiesa che si ritrova per riflettere sul mistero della Croce e della Passione che Cristo ha dovuto assumere su di sé”, spiega Gino Salvarani. Nella stessa chiesa sono presenti altre sue opere (tra cui il grande Crocifisso-tabernacolo dietro l’altare), altre sono collocate in vie e piazze del paese e al Museo Diocesano “Francesco Gonzaga” di Mantova (Elevazione). “Dello stile di Salvarani mi ha sempre colpito la chiarezza e la semplicità che di solito vengono considerati punti di partenza ma che in realtà sono punti di arrivo, impronte di una lunga esperienza artistica e di profondità spirituale – dice don Giuliano Spagna, parroco di Castiglione -.

Mi è parso poi provvidenziale la scelta dell’insistenza sui volti di Gesù nel suo cammino al calvario. Il volto è la persona stessa e il vangelo della Passione richiama spesso il viso di Gesù, cioè la sua persona : è schiaffeggiato davanti al Sinedrio, il viso è deturpato dalle percosse e dall’incoronazione di spine, è asciugato dalla Veronica, è coperto dalla Sindone e viene impresso per la potenza della resurrezione sul fazzoletto conservato a Manoppello. La scelta di raffigurare il volto di Gesù è originale e provvidenziale: infatti come sapete sta per concludersi il Sinodo Diocesano il cui motto è “Vogliamo vedere Gesù” (Gv.12,21), il suo volto, la sua persona .Anche nelle nostre preghiere ripetiamo spesso con il salmista: ”Il tuo volto Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto” (Ps 26)”


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