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"Il tempo ritrovato" dei palazzolesi presentato a villa Kupfer

Si tratta del primo tassello dell'Archivio della memoria dei Pensionati della città.

"Il tempo ritrovato" dei palazzolesi presentato a villa Kupfer
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Gli autori del volume, che nel titolo fa eco alla mastodontica opera di Marcel Proust "Le temps retrouve", hanno intervistato quattordici cittadini con più di 85 anni: "E’ stata un’esperienza umana emozionante". Il libro è stato presentato questa mattina, domenica 3 ottobre, al parco della villa dei Pensionati. Non solo, una voce maschile e una voce femminile hanno letto ai presenti alcune testimonianze.

"Il tempo ritrovato" dei palazzolesi presentato a villa Kupfer

Una raccolta di ricordi e di testimonianze di anziani, con più di 85 anni, sulle dinamiche famigliari e sociali che hanno caratterizzato il Secolo Breve palazzolese. Ma, proprio per questa ricchezza emotiva, il volume al cuore dei più romantici appare come una poesia d’amore che scava nella storia della "piccola Manchester" e dei suoi abitanti. Scritto da Margherita Ruggieri e dall’ex bibliotecario Francesco Piva, è anche il primo tassello di quell’Archivio della memoria voluto fortemente dall’Associazione Pensionati di Palazzolo, guidata dal presidente Aldo Micheloni.

"Il tempo ritrovato" è stato presentato questa mattina nel parco della bella villa Kupfer, dove si trova la sede dei Pensionati. Presenti per l'occasione il sindaco Gabriele Zanni e il vicesindaco e assessore alla Cultura Gianmarco Cossandi. Tantissimi hanno accolto l'invito dei Pensionati e partecipato alla presentazione: nel pubblico anche alcuni degli intervistati dagli autori.

"Credo che questo libro non faccia altro che aggiungere un tassello in più alla storia della nostra città - ha dichiarato Cossandi - Non fa altro che ricordarci da dove veniamo e quale è il nostro patrimonio di memoria".

Il Secolo Breve dei palazzolesi

Il volume, promosso dai Pensionati e sostenuto dall’Amministrazione comunale e dalla Fondazione Cicogna Rampana, che ha messo a disposizione le fotografie dell’archivio Camossi, è suddiviso in diverse parti e quella più interessante, "quella che ci ha regalato grandi emozioni", come sottolineato dai due autori, è senza alcun dubbio quella dedicata ai racconti degli intervistati, ordinati in ordine di età: dal più anziano al più giovane.

"Abbiamo voluto recuperare racconti che altrimenti sarebbero andati persi - hanno spiegato gli autori - Abbiamo ascoltato storie incredibili che hanno spaziato dalle vicende personali fino alla drammatica esperienza della Seconda Guerra mondiale e della Resistenza passando per la vita nelle fabbriche e i viaggi in America".

 

Ma non sono mancati racconti sensazionali come quello riguardante le chiusure Lampo palazzolesi per la spedizione sul K2 del lontano 1954, una storia racconta Angelo Serafino Pelucchi. Gli altri palazzolesi intervistati sono Angelo Mario Pedrali, Tecla Botter Pedrali, Carla Gina De Mio, Mario Borgogni, Giovanni Giovanessi, Agostino Lazzaroni, Chiara Trione, Céchi, Maria Allievi Ruggieri, Alessandro Marchetti, Angelo "Lino" Masneri (noto tipografo), Anna Fontana ed Enrico Strabla, da tempo attivo a raccontare storie sorprendenti anche sui social. Le interviste sono state realizzate nel 2019 e in questi anni tre palazzolesi si sono spenti: Pelucchi, Angelo Mario Pedrali e nei giorni scorsi Borgogni. Un dolore immenso per le famiglie, ma almeno ora le loro storie, i loro ricordi vivranno per sempre nell’Archivio della memoria.

Un capitolo è stato dedicato anche ai giostrai Cesarino Ugolini e Anna Magri, una vita in roulotte: protagonisti della lunga storia del Luna Park di Palazzolo dal 1947. Una sezione del volume riporta, invece, le interviste di due "ospiti" illustri: si tratta di Giannantonio Lanfranchi e dell’imprenditore olivettiano Mario Pedrali. Il primo membro di una delle famiglie di industriali più importanti di Palazzolo, che hanno contribuito a dare alla città attraversata dal fiume Oglio il nome di "piccola Manchester". Il secondo, invece, fondatore di un’azienda simbolo del Made in Italy in tutto il mondo. Ma è stato intervistato anche per la sua passione per gli oggetti del passato: moto, macchine da scrivere e molto altro; tutto quanto custodito nel suo museo San Fedele a Palazzolo. Sempre in questa sessione è stato dato spazio a Bruna Pagani, figlia dell’amatissima maestra Elisa Savoldelli e di Francesco, storico direttore del cotonificio Niggler, altra realtà fondamentale per la storia industriale di Palazzolo.

Per chi ne volesse una copia, il libro "Il tempo ritrovato" non ha un prezzo. Una scelta dei promotori dell’iniziativa, che hanno deciso di metterlo a disposizione della comunità in cambio di un’offerta libera. Denaro che verrà usato per portare avanti il progetto dell’Archivio della memoria.

"Non volevo che questa esperienze andassero perse per sempre"

"Ho incontrato Margherita nel 2017 e conoscendoci fin da ragazzi, abbiamo parlato di diverse cose - ha spiegato il presidente dei Pensionati, Aldo Micheloni - Avevo appena perso mia mamma e mi sono reso conto di quanto sia profondo il vuoto che provi quando non hai più qualcuno a cui chiedere del tuo passato. Poi, avendo lavorato una vita alla Marzoli (anche dalle testimonianze emerge come in molti ambissero a un posto nella storica azienda del paese, era una sorta di grande privilegio, ndr), quando sono diventato presidente dell’associazione ho ritrovato molti colleghi. Ho pensato a quanti ricordi c’erano e non volevo che queste esperienze andassero perse per sempre".

La Ruggieri ha fornito qualche dettaglio sul lavoro svolto. "Siamo partiti nel 2019 e fino a poco tempo fa c’è stato il rischio che il libro non uscisse per mancanza di fondi, per questo avevamo partecipato al progetto dell’Amministrazione del Bilancio partecipativo - ha spiegato l’autrice - Purtroppo non siamo entrati nei finalisti, ma siamo stati fortunati a trovare altri finanziatori. Abbiamo preso come campione i cittadini con un’età compresa tra gli 85 e i 96 anni e nonostante le donne fossero 484 e gli uomini 166, circa un terzo degli intervistati è composto da uomini. Forse questo fa parte di un certo retaggio culturale. Inizialmente abbiamo individuato 30 nominativi, scelti tra gli iscritti all’associazione o tra le nostre conoscenze. Ne è uscito un campione che corrisponde in buona misura alle caratteristiche sociologiche della popolazione attiva circa 50 anni fa (operai, impiegati, commercianti, una maestra e una casalinga). A tutti abbiamo fatto le stesse domande, dopo aver inviato loro un questionario. Le interviste sono durate dai 50 minuti fino alle 6 ore". Questo a dimostrazione degli enormi contenuti delle testimonianze.

Ora l’idea dei promotori è quella di coinvolgere anche studenti universitari che possano dare un importante contributo al lavoro scientifico della ricerca e altre realtà del territorio, tra cui ad esempio l’Auser per estendere il progetto dell’Archivio della Memoria. Un’iniziativa lodevole, volta a recuperare esperienze che i giovani di oggi probabilmente faticano a comprendere.

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