25 Aprile

Il partigiano Gozzini e il soldato tedesco che si ribellò agli ufficiali nazisti

La storia dell'uraghese classe 1926 e di Einz Boheme, che poi divenne suo cognato.

Il partigiano Gozzini e il soldato tedesco che si ribellò agli ufficiali nazisti
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L'incredibile storia tra l'uraghese Battista Gozzini e il cognato Einz Boheme.

Il partigiano Gozzini e il soldato tedesco che si ribellò agli ufficiali nazisti

In un 25 Aprile contraddistinto dall’assordante silenzio dovuto alla pandemia è giusto raccontare una storia straordinaria contraddistinta dal coraggio di chi ha scelto da quale parte stare. Proprio come quella vissuta dal partigiano Battista Gozzini, che merita di essere raccontata. In particolar modo del suo rapporto con quel soldato tedesco che si unì alla Resistenza, dopo che si rifiutò di eseguire gli ordini degli ufficiali nazisti: ammazzare un gruppo di italiani sul lago d’Iseo. Ed Einz Boheme, per tutti sarebbe poi diventato "Enzo" o il tedesco di Urago d’Oglio, qualche anno dopo la guerra diventò anche il cognato di Gozzini.

La storia di Gozzini

Nato nel 1926, Gozzini oggi è un nonno (o meglio un bisnonno) di 94 anni, l’ultimo partigiano di Urago. Un testimone del Secolo Breve e della storia di Urago. Ma negli anni della Resistenza è stato un giovane partigiano coraggioso, uno dei ragazzi coordinati dal grande curato di quegli anni, don Francesco Metelli.
"Nel 1945 lavoravo come fattorino a Milano, avevo 19 anni - ha ricordato Gozzini, padre di Mario (presidente della Rsa del paese) e Gianfranco, storici benzinai da poco in pensione - Una volta ero sul treno e io ed altri uraghesi incappammo in un rastrellamento. Essendo in età di leva avrei rischiato di finire in campo di prigionia nazista. Quella volta riuscimmo a scappare nei campi. La seconda volta, invece, salirono sul treno e solo grazie all’aiuto di un gerarca fascista, lo dico da fiero antifascista, riuscimmo a salvarci".

«Enzo»

Boheme era del 1916 ed era estremamente orgoglioso di essere un soldato della Wehrmacht. Partecipò alla campagna sul Fronte russo e poi combatté in Nord Africa con il feldmaresciallo Erwin Rommel, la volpe del deserto. Ma in Italia decise di disertare e si rifiutò, insieme a un altro soldato, di eseguire un ordine di morte contro alcune persone rastrellate a Iseo. "Iniziò a combattere insieme a noi partigiani ed è così che ci siamo conosciuti - ha continuato un lucidissimo Gozzini, con la voce sottile, ma allo stesso tempo carica di emozioni - Lavorò per il calzificio Arisi e poi sposò mia sorella Margherita nel 1953, dopo aver ottenuto dallo Stato il permesso di restare in Italia per quanto fatto durante la guerra di Liberazione".

Liberazione a Urago

Per il paese, i quattro giorni dopo il 25 Aprile furono devastanti e alcuni cittadini caddero colpiti dai colpi dei nazisti. In particolar modo il 27 aprile la giovane Pierina Facchetti, sorella dello storico presidente dei Combattenti e reduci Giacomo Facchetti. Aveva solo 19 anni e fu uccisa in via Roma durante la ritirata del nemico. "Fu proprio Enzo a far arrendere la colonna tedesca - ha continuato Gozzini - Si sarebbero arresi solo a un loro pari grado e così fecero. Vennero portati nella caserma allestita in paese e poi consegnati agli americani".

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