Il Museo archeologico delle Grotte di Catullo ospiterà la mostra Otium
Le fotografie in mostra, visibili fino al 26 maggio 2024, nascono all’interno del progetto Tredici fotografi per tredici musei
A partire da mercoledì 20 dicembre sarà visitabile, all’interno del Museo archeologico delle Grotte di Catullo a Sirmione la mostra Otium di Arianna Arcara.
Mostra Otium
Le fotografie in mostra, visibili fino al 26 maggio 2024, nascono all’interno del progetto Tredici fotografi per tredici musei: un percorso di esplorazione e interpretazione dei tredici musei statali lombardi affidato ad altrettanti giovani artisti italiani, grazie alla committenza pubblica della Direzione regionale Musei Lombardia diretta da Emanuela Daffra e in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea di Milano-Cinisello Balsamo.
I progetti hanno dato voce ai visitatori, al personale, agli oggetti, ai paesaggi e offerto chiavi di lettura legate all’oggi, dimostrando ancora una volta che il museo è un luogo di stupore, pensiero, coinvolgimento personale.
La mostra Tre-di-ci. Sguardi sui musei di Lombardia, che si è tenuta a Palazzo Reale a Milano dal 3 marzo al 2 aprile 2023, ha esposto una sintesi di tutti i lavori. La sala centrale del Museo Archeologico ospita ora il lavoro ideato da Arianna Arcara per le Grotte di Catullo.
Tredici musei
Il sito delle Grotte di Catullo, con il Museo Archeologico, è uno dei tredici musei statali in territorio lombardo che la Direzione regionale Musei Lombardia tutela e valorizza in un’unica rete dal 2015.
Il nome “Grotte” risale probabilmente al Quattrocento, quando i viaggiatori che si imbattono nelle rovine di questo luogo, coperte da vegetazione, le scambiano per grotte naturali. Si tratta in realtà dei resti di una lussuosa villa romana affacciata sul lago di Garda, costruita in epoca augustea, tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del nuovo secolo.
La villa si espande per circa due ettari fino a protendersi sulla spiaggia del lago. Possiamo immaginare la vita nei secoli dentro e fuori le sue mura attraverso i materiali costruttivi, le suppellettili per la cucina o la cura personale, i ritrovamenti nelle sepolture, conservati nelle vetrine del museo. Costituita da terrazze, portici, belvedere, doveva certamente essere la meta ideale per fuggire dalla città e praticare l’otium, il tempo libero creativo lontano dalle occupazioni della vita politica e dagli affari.
L'artista
A partire da questa funzione Arianna Arcara si concentra sulla pratica dell’otium contemporaneo. Sulla spiaggia che si estende alle pendici della villa, nota con il nome evocativo di Giamaica, si radunano oggi persone di ogni età e nazionalità. Ciascuno entra in rapporto personale con la natura, il paesaggio e le rovine, interpretando il momento del riposo in modo profondamente diverso dallo svago costruttivo dei romani.
Il lavoro fotografico alterna alcuni ritratti realizzati ai frequentatori della spiaggia a immagini dell’incantevole paesaggio circostante e a frammenti della struttura archeologica, mettendo idealmente in connessione i nuovi frequentatori della villa con la storia delle sue rovine.