Il «malfatto» arriva in Rai e conquista la Clerici
Un piatto «da standing ovation». Così Antonella Clerici, storica presentatrice del programma televisivo «La prova del cuoco», ha definito l’amato malfatto. A presentarlo in diretta nazionale ci ha pensato lo chef lombardo Sergio Barzetti, ospite fisso del programma che aveva fatto da padrino al prodotto d’eccellenza carpenedolese nel corso della cerimonia di conferimento del marchio DeCo, Denominazione di origine comunale, nel 2014.
Da anni gira l’Italia e ne cattura con sapiente maestria le tradizioni e peculiarità, amplificandole e mettendo al primo posto la saggezza popolare. Proprio a Carpenedolo, all’azienda agricola «Zaniboni Ottavio», negli scorsi mesi lo chef aveva appreso i segreti del malfatto aiutato dall’esperienza della signora Luisa Tononi, cuoca ufficiale del malfatto per la Pro loco.
Quest’eccellenza quindi non poteva proprio mancare tra i fornelli del programma culinario. Sia nella versione fritta, ottima come appetizer, piaciuta alla conduttrice e agli ospiti in studio ma anche in tutta la sua semplicità, bollito e condito con burro versato e salvia. Il segreto per un malfatto gustosissimo? «Aggiungere all’impasto di spinaci o bietoline lessate e frullate e uova anche un po’ di cipolla sminuzzata appena rosolata nel burro – svela Barzetti – poi via di formaggio e pane raffermo grattugiato». Una volta ottenuto l’impasto bisogna modellarlo secondo la classica forma a gnocco allungato e il gioco è fatto. Una veloce infarinata per modellarlo al meglio e poi un tuffo per 40 secondi in acqua bollente, il tempo di tornare a galla. Formaggio a piacere, una versata di burro fuso e salvia e il malfatto è servito.
«Siamo molto soddisfatti di questo importante risultato raggiunto – ha dichiarato il presidente Angelo Marzocchi a nome di tutta la Pro loco- E’ stata una bellissima emozione e abbiamo ricevuto tanti complimenti. Sergio ha preso veramente a cuore la nostra causa, ci ha creduto e grazie a lui siamo riusciti a portare il nostro malfatto nelle case di tutti gli italiani». Non bisogna dimenticare che il malfatto carpenedolese è un prodotto che nasce nel dopoguerra, quando le massaie erano costrette ad ingegnarsi in cucina avendo a disposizione pochi semplici ingredienti.
Da allora fino ad oggi, tramandato di madre in figlia, il piatto è arrivato fino a noi, rivisitato in modi sempre nuovi dalle famiglie del paese. Creato con la materia prima che in tempi passati si trovava in qualsiasi campo e che poteva variare a seconda della stagione: cicoria selvatica, tarassaco o dente di leone, bietole, erbette, anche se la versione più diffusa oggi è quella con gli spinaci. Servito con il classico burro versato, in salsa di pomodoro o fritto, questo prodotto non manca proprio mai sulle tavolate carpenedolesi. «Da anni lavoriamo per far sì che il nostro primo piatto sia riconosciuto sul territorio e perchè no, anche oltre i confini – ha spiegato Marzocchi – un importante risultato è stato averlo fisso nei menu dei nostri ristoranti». Anche alla fiera del gusto «Golositalia&Aliment» la Pro loco ha messo in vetrina la sua eccellenza Deco al fianco di 13 associazioni bresciane per la promozione del territorio e delle sue radici.