CURIOSITA'

I simboli della Festa della Repubblica: il Tricolore significato, storia, evoluzione

Vessillo della Repubblica Cispadana, il 7 gennaio 1797 venne leggittimato come simbolo di uno Stato sovrano.

I simboli della Festa della Repubblica: il Tricolore significato, storia, evoluzione
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di Marzia Borzi 

Il Tricolore italiano come bandiera nazionale ebbe la sua prima proclamazione a Reggio Emilia il 28 dicembre 1796.

Era allora il vessillo bianco, rosso e verde, della Repubblica Cispadana che il successivo 7 gennaio 1797 venne leggittimato come simbolo di uno Stato sovrano.

A proporne l'adozione fu il deputato di Lugo di Romagna Giuseppe Compagnoni, il quale fece approvare all'assemblea la determinazione che rese universale questo stendardo e fece stabilire che i tre colori si usassero anche nella coccarda cispadana la quale doveva essere portata da tutti.

I tre colori

Ma perché proprio questi tre colori?

Una leggenda vuole che i tre colori della bandiera italiana abbiamo un loro significato ben preciso, ossia il verde per ricordare i prati della pianura, il bianco per ricordare le nevi perenni delle montagne e il rosso, per il sangue versato nelle guerre.

In realtà i colori derivano da attinenze ben diverse.

Nell'Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, infatti, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina avevano adottato quasi tutte bandiere con colori in fascia, cioè caratterizzate da tre fasce di colori orizzontali oppure in palo, cioè verticali di uguali dimensioni.

I vessilli reggimentali della Legione Lombarda, che affiancava allora l'esercito di Bonaparte,  presentavano i colori bianco, rosso e verde: il bianco e il rosso comparivano nell'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese.

Simbolo di libertà e indipendenza

Nei tre decenni che seguirono il Congresso di Vienna, il Tricolore fu soffocato dalla Restaurazione, ma continuò ad essere innalzato come simbolo di libertà e di indipendenza. Dovunque in Italia, il bianco, il rosso e il verde esprimevono una comune speranza, che accendeva gli entusiasmi patriottici e ispirava i poeti: "Raccolgaci un'unica bandiera, una speme", scriveva, nel 1847, Goffredo Mameli nel suo Canto degli Italiani.

Con la proclamazione del Regno d'Italia, Il 17 marzo 1861, la sua bandiera continuò ad essere, per consuetudine, quella della prima guerra d'indipendenza, mancando, però,  una apposita legge al riguardo venivano realizzati vessilli di foggia diversa e di genere piuttosto arbitrario.

Soltanto nel 1925 si definirono, per legge, i modelli della bandiera nazionale e della bandiera di Stato, quest'ultima, da usarsi nelle residenze dei sovrani, nelle sedi parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche,  con l'aggiunta allo stemma della corona reale.

Dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 stabilì la foggia della nuova bandiera, confermata dall'Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all'articolo 12 della nostra Carta Costituzionale.

"La bandiera della Repubblica - si legge nel testo -  è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a bande verticali e di eguali dimensioni".

 

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