CINEMA

"Ho visto un Re", il nuovo film di Giorgia Farina

Prima assoluta al Torino Film Festival per il nuovo lavoro della regista romana, presentato fuori concorso

"Ho visto un Re", il nuovo film di Giorgia Farina
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Un lunghissimo applauso, domenica 24 novembre al Cinema Romano, ha accompagnato la prima assoluta di «Ho visto un Re», il nuovo lavoro della regista Giorgia Farina presentato fuori concorso al Torino Film Festival (produzione Stemal Entertainment, Les Films d'Ici, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura e con il sostegno di Regione Lazio).  Nel cast Edoardo Pesce, Sara Serraiocco, Marco Fiore, GabrielGougsa, Blu Yoshimi, Giulio Forges Davanzati, Elisa Di Eusanio e con la partecipazione di Lino Musella e Gaetano Bruno.

Giorgia Farina

Al TFF 2024 la prima di "Ho visto un Re"

Ambientato nell’Italia fascista, ai tempi della Campagna d’Africa, il film racconta le avventure di Emilio (Marco Fiore), un bambino figlio del podestà del paese (Edoardo Pesce) che evade dalla sua non facile realtà grazie alla lettura. E così, immergendosi nelle pagine di Emilio Salgari, nella sua mente trasforma in Sandokan il guerriero etiope Abraham Imirrù (Gabriel Gougsa) che per una serie di circostanze finisce rinchiuso nella voliera del parco della villa di famiglia.

Una grande amicizia

La loro diventa una amicizia in grado di superare ogni barriera, tra piccole e grandi avventure e miserie (ottima la prova della madre di Emilio, impersonata da Sara Serraiocco, «usata» dal Federale con il volto di Gaetano Bruno) che portano ad un finale liberatorio e ancora nel segno della fantasia, con un forte messaggio contro le discriminazioni.

Il film

Il film è una produzione Stemal Entertainment con Rai Cinema, prodotto da Donatella Palermo, coprodotto con la francese Les Films d’Ici, e realizzato con il contributo del MIC-Dg Cinema e Audiovisivo e con il sostegno della Regione Lazio e uscirà in sala distribuito nel 2025 da Medusa Film. Scritto da Giorgia Farina, Franco Bernini, Valter Lupo, la fotografia è di Francesco Di Giacomo, montaggio di Paola Freddi e Alessandra Clemente, costumi di Stefania Grilli, scenografia di Emita Frigato e Alessandra Frigato, suono di Stefano Civitenga.

La storia

La storia di "Ho visto un re" si svolge in un’Italia per cui la campagna d’Africa è diventata un sogno collettivo, una promessa di avventura e grandezza per un intero paese. Per molti italiani, l’Africa è lontana e quasi mitica, un luogo di mistero e conquista, di possibilità e gloria. Il film inizia proprio in questo clima di entusiasmo e idealizzazione, in cui l’immagine dell’Africa risuona come una storia epica che sembra appartenere più ai racconti che alla realtà. Ma quando nel piccolo paese di Emilio arriva Abraham, un Ras etiope prigioniero, quella visione idilliaca si infrange. Per Emilio e gli altri protagonisti, l’arrivo di Abraham è un confronto diretto con la realtà, un incontro che inizia a svelare le contraddizioni e le difficoltà di un sogno che non corrisponde alla verità.

Questa figura, che per Emilio appare quasi come un personaggio da avventura, porta con sé una storia di dignità, sofferenza e resistenza che poco ha a che fare con le fantasie di conquista. L'incontro con Abraham trasforma l'immaginario di Emilio e dei personaggi attorno a lui, facendo emergere una visione più complessa e autentica. L’incontro con Abraham diventa uno specchio per ogni personaggio: nel riflesso dell’altro alcuni riscoprono frammenti di sé, aprendosi a una nuova comprensione del valore dell’empatia, mentre altri scelgono di rimanere indifferenti. Il film è un viaggio dall’illusione alla realtà, una parabola in cui ogni personaggio è costretto a fare i conti con ciò che credeva vero, trasformando la scoperta di Abraham in una sfida personale e collettiva.

Ciò che rende questa storia davvero speciale è il fatto che sia ispirata a eventi reali. È straordinario pensare che un episodio così umano e intimo abbia radici nella realtà e possa raccontare tanto di una generazione e di un intero paese. "Ho visto un re" restituisce il fascino di una storia vera che sembra uscita da un racconto popolare, dove il reale si intreccia con la leggenda attraverso lo sguardo meravigliato di un bambino. Raccontare questa storia attraverso gli occhi di Emilio, un bambino di dieci anni, ci offre una prospettiva unica e sorprendente. Emilio guarda Abraham senza filtri, con lo stupore e l’immaginazione che solo l’infanzia può portare. Questa visione pura e curiosa permette di trasformare gli eventi in un’avventura straordinaria, fatta di scoperte e domande. La sua innocenza rivela aspetti nascosti della storia, trasformando l'altro in una persona, il “nemico” in un essere umano. In fondo, "Ho visto un Re" è una storia di scoperta: non solo dell’altro, ma di noi stessi e delle storie che ci raccontiamo per sentirci grandi. È un invito a guardare oltre, come fa Emilio, per trovare nel reale uno spazio di meraviglia e riscoprire quel senso di umanità condivisa che spesso dimentichiamo dietro le nostre certezze.

Giorgia Farina

«Ho scelto di realizzare questo film - spiega la regista Giorgia Farina - perché ho trovato lo straordinario nel reale, in una storia vera che sembra quasi impossibile da credere. Raccontarla attraverso gli occhi di un bambino mi ha permesso di trasformare il dramma in avventura e il diverso in meraviglia».

Giorgia Farina

Il personaggio del piccolo Emilio si ispira liberamente a Guido Longobardi, divenuto inseguito un grande giornalista.

Classe 1985, Giorgia Farina è regista, sceneggiatrice e fotografa. Dopo gli studi a Londra, nel 2009 ha lavorato accanto ai Manetti Bros nella fortunata serie tv «L’ispettore Coliandro», per poi specializzarsi in regia e sceneggiatura a New York.
Nel 2013 il suo primo lungometraggio, «Amiche da morire», una commedia noir con protagoniste Claudia Gerini, Cristiana Capotondi, Sabrina Impacciatore e Vinicio Marchioni.

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