gli scatti

“Guardiano e Testimone”: a Corteno Golgi la mostra del Fotoclub Moniga

Da sabato 2 a domenica 31 agosto 2025

“Guardiano e Testimone”: a Corteno Golgi la mostra del Fotoclub Moniga

“Guardiano e Testimone”: a Corteno Golgi la mostra del Fotoclub Moniga.

La mostra del Fotoclub Moniga

Torna a Corteno Golgi, dopo il successo dell’esposizione 2023, la mostra del Fotoclub Moniga, questa volta dal titolo “Guardiano e Testimone” che celebra la forza evocativa della fotografia come strumento di memoria e di testimonianza. Sarà visitabile da sabato 2 a domenica 31 agosto 2025 nella Sala Conferenze del Museo Camillo Golgi.

40 fotografie protagoniste

Al centro una raccolta di 40 fotografie in grande formato di Carlo  Deflorian, ex comandante della stazione del Corpo Forestale dello Stato a Corteno, oggi in pensione ma ancora profondo conoscitore e narratore visivo del territorio.

Le immagini, digitalizzate a partire da negativi originali e accuratamente selezionate in mesi di lavoro, raccontano una quotidianità sospesa tra fatica e bellezza, tra rituali antichi e gesti semplici, rivelando un mondo che sembra lontano ma che in realtà ci appartiene ancora.

“Guardiano e Testimone” è più di una mostra: è un progetto di valorizzazione del patrimonio visivo della montagna, curato da Mauro Delai, presidente del Fotoclub Moniga, e dalla Dott.ssa Antonella Calvi. A coronare il percorso espositivo, è stato realizzato anche un catalogo della mostra, arricchito dalla prefazione di Luisa Bondoni, storica e critica della fotografia, che così scrive:

“La fotografia da sempre è memoria, ci aiuta a ricordare, a non perdere i pezzi della nostra storia collettiva e personale… Le fotografie di Carlo Deflorian sono proprio questo: un immaginario visivo di quella seconda metà del Novecento che ancora ignorava la tecnologia e lo spaesamento virtuale, che viveva del legame con la terra e della partecipazione alla vita della comunità.”

Bondoni ci guida in un viaggio che è allo stesso tempo estetico ed emotivo, sottolineando come gli scatti di Deflorian restituiscano frammenti di un’umanità semplice e autentica, come “una grande pellicola neorealista in bianco e nero, piena di vita, tra cime innevate, mani che impastano farina, risate di bambini.” Un grande album di famiglia collettivo, capace di farci ritrovare radici e identità in quel “piccolo mondo antico” che ci appartiene.

«Le fotografie di Carlo Deflorian ci restituiscono un patrimonio prezioso – afferma Mauro Delai, Presidente del Fotoclub Moniga –. Non solo per la loro bellezza formale, ma perché custodiscono l’anima di un mondo che rischia di scomparire. Un mondo fatto di relazioni autentiche, di fatica condivisa, di rispetto per la natura. La sua opera ci ricorda quanto sia importante il ruolo del fotografo come testimone del proprio tempo.»

Carlo Deflorian: chi è

Carlo Deflorian, nato a Cavalese nel 1940 e per molti anni attivo a Corteno Golgi come comandante della stazione forestale, ha affiancato al suo impegno professionale una profonda passione per la fotografia. Le sue immagini, lontane da ogni retorica, ci restituiscono con semplicità e poesia la vita rurale, le stagioni, i mestieri, i momenti condivisi. Una testimonianza visiva che oggi assume un valore ancora più grande: quello della memoria, del radicamento, dell’identità.

La mostra è realizzata con il sostegno del Comune di Corteno Golgi e grazie alla collaborazione di numerosi enti e realtà del territorio.

“Guardiano e Testimone”: taglio del nastro

L’inaugurazione si terrà sabato 2 agosto alle ore 17. La mostra sarà visitabile fino al 31 agosto, tutti i giorni eccetto il giovedì, con orario: 10–12 e 15–18. L’ingresso è libero.

Le parole di Luisa Bondoni – storica e critica della fotografia

“La fotografia da sempre è memoria, ci aiuta a ricordare, a non perdere i pezzi della nostra storia collettiva e personale. La scoperta del passato è un’operazione fondamentale per il presente e in previsione del futuro; oggi siamo l’ultima generazione che ha il privilegio di ascoltare le memorie storiche di uomini e donne del secondo dopoguerra; poi ci sopravviverà solo la fotografia. Le fotografie di Carlo Deflorian sono proprio questo: un immaginario visivo di quella seconda metà del novecento che ancora ignorava la tecnologia e lo spaesamento virtuale, che viveva del legame con la terra e della partecipazione alla vita della comunità. Deflorian fa parte di quel gruppo di autori come Schena, Gerelli, Vistali e Manenti – solo per citarne alcuni – che praticavano la fotografia come passatempo, facendo nella vita un altro mestiere. Questo li ha portati a posare in modo disincantato il loro sguardo sulla quotidianità, restituendoci scorci di vita di grande potenza che altrimenti sarebbero andati perduti per sempre. Ci raccontano di quell’umanità che conduceva una vita semplice, fatta di piccoli gesti che si trasformavano in rituali, con la gerla sulle spalle o seduti intorno al fuoco. Come frammenti di una pellicola neorealista, queste fotografie si dipanano davanti ai nostri occhi con il loro bianco e nero nostalgico, ma pieno di vita, tra cime innevate, mani che sapientemente impastano la farina e risate felici di bambini. Sono le fotografie di un grande album di famiglia collettivo, dove ciascuno di noi può ritrovare le proprie radici, all’interno di quel “piccolo mondo antico” a cui siamo indissolubilmente legati”.