Follia criminale e creatività in mostra alla Galleria Civica
In esposizione le opere degli artisti cresciuti nell'Atelier dell'ex Ospedale Psichiatrico di Castiglione delle Stiviere
La presidente dell'associazione culturale Caleidoscopio Lidia Morè, il vicesindaco Angela Franzoni e l'artista Silvana Crescini hanno inaugurato la mostra “L'Inquietudine Contemplata” nella Galleria civica di Montichiari
“L'Inquietudine Contemplata”: arte e follia oltre il crimine
Follia criminale e creatività. La mostra di pittura inaugurata ieri (sabato 27 novembre) in Galleria Civica a Montichiari propone più di una riflessione sul potere dell'arte come forma di liberazione da sé, come catarsi e stimolo per una rinnovata socializzazione. Il titolo della mostra che sarà visitabile con ingresso gratuito fino al 9 gennaio 2022 di sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30, organizzata dall'associazione culturale “Caleidoscopio”, è “L'Inquietudine Contemplata”. In esposizione ci sono opere pittoriche di artisti cresciuti nell'Atelier di pittura dell'ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere, il laboratorio artistico attivo dal 1990 al 2012 fondato e diretto da Silvana Crescini.
Genio e follia
In Galleria Civica ci si trova di fronte alle opere di “detenuti” dell'OPG, opere di “pazzi criminali”, e si rimane a bocca aperta, affascinati ed inquieti ad un tempo. Del resto, quanto stupore si prova davanti alle opere di Caravaggio? Pazzo criminale anch'egli. Magari la considerazione che era rissoso e assassino ci sfiora davanti a capolavori come “I bari” o “La vocazione di San Matteo” o la “Cena in Emmaus”, ma è una sensazione di pochi secondi mentre resta indelebile la potenza della sua arte. Ed è una sensazione di potenza del segno e del colore quella che resta nell'anima dopo aver guardato le opere di A.Muka, Giacomo, Giuliana, M.F., Nabila. Bisogna ammettere che davanti ai quadri esposti in Galleria Civica la curiosità di scoprire il crimine dell'autore c'è, ma è questione di attimi perché l'inquietudine della prima contemplazione lascia immediatamente spazio alla pura valutazione estetica e culturale. Non sono opere che tracciano nuovi percorsi nella Storia dell'Arte ma comunque ne fanno parte in un tragitto parallelo di notevole interesse.
Definire significa limitare
L'umana necessità di catalogare e definire ogni espressione culturale ha portato a racchiudere queste opere nell'ambito dell'Art Brut o Outsider Art ma i segni, le tecniche, l'uso del colore cancellano le barriere della definizione ad uso accademico per proporsi come esempi di “pura sincerità”. Una sincerità che commuove e spaventa. Ci sono occhi che ci indagano, freddi come lame di coltello; ci sono forme di donne che si deformano e formano un nuovo immaginario femminile; ci sono fantasmi che si nascondono e corpi che si aprono; ci sono segni microscopici e gigantismo pauroso. Una mostra da vedere e rivedere, perché ognuno di noi ha più di una faccia, più di un'anima, più di una voce. Tutti abbiamo croci che portiamo e che riusciamo più o meno a nascondere, strada piena di sofferenze è quella verso la “sincerità”. Ma si può affrontare, lo insegnano gli artisti esposti per la mostra “L'Inquietudine Contemplata”.