Educazione e disagio. Se ne parla a San Felice del Benaco

Educazione e disagio. Questo il tema al centro del secondo ed ultimo incontro del ciclo Il ritorno di Freud. A relazionare Emiliano Difirmo.

Educazione e disagio. Se ne parla a San Felice del Benaco
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«Educazione e disagio» questo il titolo dell'incontro parte del ciclo «Il ritorno di Freud»,  che si terrà alla Fondazione Cominelli di San Felice del Benaco (via Padre Francesco Santabona 5) sabato 2 marzo dalle 17.30.

A relazionare sarà Emiliano Difirmo.

L’iniziativa è organizzata dalla Scuola di Psicanalisi Freudiana di Milano diretta da Franco Baldini. L’intento è dimostrare come la psicanalisi freudiana non sia solo una teoria scientifica ma anche uno strumento utile a comprendere la società attuale nella quale viviamo.

Gli incontri, a tal proposito, sono aperti non solo ad esperti ma a tutti coloro che desiderino conoscere a fondo il pensiero freudiano.

Emiliano Difirmo: cosa significa educare

«L’educazione  spesso, a dispetto del significato latino del termine educere, ovvero tirar fuori, fa piuttosto un lavoro di contenimento, cercando di domare e arginare le pulsioni dell’individuo come meglio riesce.

L’educatore si muove su un terreno assai instabile e svolge di fatto quella che Freud definì una di quelle professioni impossibili, al pari dello psicanalista e del governare.

Il reprimere una pulsione del proprio soddisfacimento, sempre ammesso che sia possibile farlo, è molto problematico. La pulsione è interna all’individuo e va alla ricerca di un oggetto, se le si vieta il soddisfacimento o si prevede di darle un risarcimento economico oppure è meglio prepararsi ad affrontare serie perturbazioni.

Educare significa anche avere la consapevolezza che ci si sta muovendo su di un terreno altamente esplosivo, dove si ha a che fare con forze di intensità diversa in relazione alle diverse epoche della vita e in funzione della diversità degli individui tra loro.

Il conflitto esplode solo se vengono raggiunte determinate intensità d’investimento, ma è pur vero che la malattia nevrotica è dietro l’angolo. L’educazione deve cercare di ottenere il massimo cercando di nuocere il meno possibile».

 

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