un viaggio di fede

Da Chiari a Fatima: Emanuele ha consegnato un dono al Papa

Classe 1996, è partito con il Centro volontari della sofferenza e dei Silenziosi operai della Croce di Montichiari per vivere questa grande emozione

Da Chiari a Fatima: Emanuele ha consegnato un dono al Papa
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E’ stata un’esperienza incredibile, vissuta da migliaia e migliaia di giovani che saranno segnati a vita da quanto provato. L’occasione di incontrasi e di comprendere, nel profondo, il significato più profondo della fede. La XXXVIII Giornata Mondiale della gioventù si è tenuta a Lisbona in Portogallo dall'1 al 6 agosto e anche dal Bresciano sono partiti in centinaia. Tra questi il clarense Emanuele Begni, che è riuscito anche a consegnare un dono al Papa.

Da Chiari a Fatima: Emanuele ha consegnato un dono al Papa

Giorni intensi, pieni. Un «abbraccio» con il mondo intero che si è riunito per incontrare il Santo Padre. C’erano i ragazzi del Centro Giovanile 2000, il gruppo di San Bernardino, ma anche altri giovani che hanno raggiunto il Portogallo con modalità diverse. Per tutti l’emozione è stata immensa, ma per qualcuno ancora di più. Infatti, aver consegnato un dono a Papa Francesco non deve essere di certo stata cosa da poco. Anzi. E’ questo il caso di Emanuele Begni, classe 1996, che da Chiari è partito con il Centro volontari della sofferenza e dei Silenziosi operai della Croce di Montichiari, lo stesso gruppo con il quale, solo qualche mese fa era stato a Lourdes.

Un viaggio intrapreso in solitaria, ma non da solo: questa volta non era con lui l’inseparabile mamma Concetta, ne tanto meno le sorelle o altri membri della famiglia, ma non soltanto Emanuele era in buone mani (con persone specializzate, volontari, ma anche infermieri e medici pronti a qualsiasi emergenza), ma c’era anche un giovane assistente che si è preso cura unicamente di lui e di tutti i suoi bisogni.

Una storia di fede e di emozione

Il clarense, molto conosciuto in città e membro attivo dalla «famiglia» del San Giovanni, per tutto l’anno ha intrapreso un percorso, nel settore giovanile del gruppo, si è è preparato per affrontare al meglio l’esperienza. Alla partenza, però, era ignaro del fatto che proprio lui si sarebbe dovuto avvinare al Pontefice.

I malati e le persone diversamente abili, insieme al Centro volontari della sofferenza e dei Silenziosi operai della Croce, hanno alloggiato in strutture in grado di ospitarli e proprio in una di queste, a Fatima, c’è stato l’incontro. Tra tante persone presenti, proprio Emanuele ha consegnato un regalo dal gruppo al Papa. Un’emozione enorme, condivisa con tutti: in tantissimi, infatti, hanno potuto vedere la scena in televisione e, conoscendo il giovane e la sua profonda fede, immaginare quanto stesse provando.

«Quando è partito Emanuele non sapeva di essere il protagonista di questo momento - ha raccontato, poco dopo, sua sorella Sara - Si sarebbe agitato dalla forte emozione. Quando gli è stato comunicato ci ha chiamati felicissimo. Siamo davvero contenti che abbia potuto incontrare il Papa, ma anche del fatto che grazie al Centro volontari abbia potuto vivere da solo, ma in buone mani, questo tipo di esperienza».

Emanuele e gli altri componenti del gruppo, sempre in apposite strutture e con le adeguate precauzioni, hanno infatti potuto vivere al meglio la GMG e, stesso sabato, dopo l’incontro, si sono spostati a Lisbona per prendere parte alla veglia in una sistemazione consona e poi anche all’evento conclusivo.

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