Da Bussolengo alla conquista dell'Asia

Quando si ammira uno spettacolo pirotecnico si ritorna un po’ bambini. Ci si getta alle spalle la fatica quotidiana e ci si abbandona a tutte quelle emozioni che solo i fuochi d’artificio sanno regalare. Negli ultimi anni sono diventati un insieme di tecnologia, arte, luci e colori. Si rimane con il naso all’insù per un tempo che raramente arriva a mezz’ora, senza sapere che dietro ai quei pochi minuti ci sono mesi di lavoro. Marco e Jacopo Maccacaro, rispettivamente padre e figlio, da tempo di occupano di questa arte pirotecnica. Se ci si ferma a guardarli mentre lavorano, assieme al loro team, ci si accorge che è un mestiere non per tutti. E quello che salta agli occhi è solamente l’ultima parte, prima dello spettacolo finale. Li incontro mentre stanno preparando uno spettacolo. Mentre Jacopo è occupato con gli altri ragazzi del gruppo, Marco mi racconta: «Uno spettacolo, piccolo o grande che sia viene programmato come minimo un mese prima. Questo significa che un team di professionisti si mette in moto per far sì che tutto sia realizzato nel miglior modo. La prima fase è la realizzazione, a tavolino, di una bozza, per poi creare tutte le scenografie, mentre un altro gruppo di persone è addetto alla preparazione dei materiali occorrenti. Viene fatta una progettazione, dalla progettazione si passa alla parte operativa, la quale deve preparare lo spettacolo vero e proprio». E’ merito loro se ogni anno si ammirano le fantasie pirotecniche a Pescantina per la sagra di San Lorenzo, oppure la meravigliosa «Notte di Fiaba» a Riva del Garda, dove quest’anno le acque del lago sono state illuminate, per quasi quaranta minuti, da incredibili fuochi d’artificio, oppure lo straordinario spettacolo piromusicale «Notte di Fuoco 2017» allestito in riva al mare, presso la località turistica di Rosolina Mare (Rovigo) e innumerevoli altri luoghi. Durante i mesi estivi si concentra la maggior parte del lavoro e i momenti di riposo sono veramente pochi. Marco racconta una tipica giornata di lavoro: «Per realizzare uno spettacolo a Ventimiglia, siamo partiti alle 23 e siamo arrivati alle 6 del mattino successivo. Data la pericolosità dei materiali trasportati, dobbiamo viaggiare ad una velocità massima di 90 km/h, di notte, per evitare la calura estiva (dato che gli spettacoli pirotecnici si svolgono prevalentemente in estate). Arrivati sul posto si iniziano a posizionare i mortai e i vari collegamenti, poi si posizionano le bombe ed è quasi ora dello spettacolo. La preparazione deve essere minuziosa e rispettosa di ogni adempimento in materia di sicurezza. Non ci si può improvvisare pirotecnici. Solamente personale adeguatamente preparato e aggiornato, può considerarsi tale. Dopo aver fatto lo spettacolo, corto o lungo che sia, si deve raccogliere tutto il materiale usato, bonificare la zona, perché come troviamo è giusto che dobbiamo lasciare, poi si ritorna a casa; arriviamo all’ora che siamo partiti, ma del giorno successivo. Praticamente 24 ore non-stop. Può succedere di ritornare, ricaricare il camion e ripartire nuovamente. Durante i mesi agosto-settembre può succedere di dormire non più di otto ore la settimana». Marco, Jacopo e i suoi colleghi fanno parte della Martarello Group e il 24 giugno di quest’anno hanno conquistato il tetto del mondo, vincendo il concorso internazionale di fuochi d’artificio che si è svolto a Da Nang, in Vietnam, uno dei più esclusivi a livello mondiale. Hanno conquistato la giuria con uno spettacolo che è durato quindici minuti dove le magie dei fuochi erano accompagnate da musiche di Bocelli e Sarah Brightman con ‘Il canto della terra’. La rappresentazione si è quindi chiusa con il «Nessun dorma» di Luciano Pavarotti. Per questa finale hanno lavorato sei giorni a temperature incredibili, con picchi che sono arrivati a superare anche i 40 gradi ed un tasso di umidità altissimo, rendendo a volte veramente difficile proseguire. Anche questa volta il connubio tra passione e professionalità ha fatto sì che Marco, Jacopo e tutto il team riuscissero a spiccare tra i partecipanti di tutto il mondo.
di Nicoletta Buttorini
da Gardaweek del 22 settembre