Chiara Milini, una vita per la musica

Chiara Milini, una vita per la musica
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«Senza musica, la vita sarebbe un errore» disse una volta Friedrich Nietzsche. Eppure per inquadrare al meglio tutto il pensiero, sarebbe più opportuno incastrare alla citazione del celebre filosofo tedesco anche quella espressa dal suo quasi contemporaneo, Ludwig van Beethoven, quando il musicista austriaco affermò che «dove le parole non arrivano... la musica parla». Metti insieme queste due frasi e si capisce perché, Chiara Milini, ha fatto della lirica la sua professione, diventando ormai una delle «voci» più affermate sul piano nazionale ed internazionale di quel genere di canto che in Italia sta attirando un numero sempre maggiore di appassionati. Cominciato tutto come un hobby, Chiara, desenzanese doc, in procinto di festeggiare i suoi 29 anni, fu «scoperta» ed indirizzata verso gli studi canori da quella Maria Rosa Tomasello, sua insegnante alle scuole medie, quando sulla carta d'identità della giovane promessa lirica c'era scritto «anni 12». «Ma già da bambina - ha raccontato Chiara - amavo ballare e cantare. Fu Rosa a vedere in me potenzialità che nemmeno io immaginavo di possedere». Quindi, dagli inizi tra l'ascolto e la «riproduzione vocale» della musica classica e moderna, si è passati ad una serie di eventi che hanno spinto la giovane cantante a dirigere il suo talento verso la lirica. «Nei primi anni il canto era solo un semplice hobby - ha proseguito -. La priorità era sempre stata data agli studi scolastici». Quindi, il suo «esordio» su un palco, se così si può definire, all'età di 13 anni in una recita scolastica. «Ero agitatissima - ha continuato -. Trovarmi davanti a tutte quelle persone è stato come superare un esame di vita». Ecco allora che le prime note ad uscirle di bocca furono quelle di una «Amazing Grace», seguita da un lungo applauso di genitori e docenti. Da quel momento, la canzone era diventata un tutt'uno con Chiara.

 

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