BUON 2017, ma l'anno prossimo vogliamo spiedo, pane e salamina

BUON 2017, ma l'anno prossimo vogliamo spiedo, pane e salamina
Pubblicato:

Che dire... BUON 2017! Ma qualcosa ce lo abbiamo da dire e come al solito il parafulmine di ogni evenienza è il politico, il pubblico amministratore, il sindaco. Ed è a loro che ci rivolgiamo.

L’inizio di ogni anno è il momento dei buoni propositi, dei progetti, l’attimo ideale per provare a cambiare la propria vita. Sembra quasi che il destino dia la possibilità ad ognuno di passare la spugna sopra la coscienza per cancellare le cose cattive, quello che non ci è piaciuto e ci ha fatto stare male. Ma è pragmaticamente palese che si tratti solo di un cambio di calendario, con il 2016, in questo caso, che se ne va, e il 2017 che arriva.

E’ però una questione di testa, mentale, di cuore, immaginare che il vecchio anno sparisca portandosi con sé sofferenze e fallimenti. In molti in queste ore stanno facendo introspezione per ripartire meglio, per essere persone migliori. E allora lo stesso percorso mentale lo pretendiamo dai nostri amministratori. A coloro che abbiamo scelto nei seggi chiediamo di immaginare il paese come qualcosa di molto personale, come se fosse la loro casa. Cari sindaci, cari assessori, cari consiglieri, programmate già da oggi una primavera e un'estate piene di colori e di suoni.

Organizzate feste e sagre. Portate la vostra gente nelle piazze anche solo per una birra e una porchetta, o per ascoltare la banda musicale, o per vedere un film all'aperto. Sappiamo che tra i compiti più importanti che avete c'è quello di far quadrare i conti per rispettare i patti con lo Stato, ma ciò che serve subito al giovamento delle famiglie é svagarsi e trovare un sorriso.

Non abbiate quindi paura, cari sindaci, di immaginare e inventare qualcosa di «nuovo», per assurdo tornando all’antico con le kermesse nostrane, le sagre di quartiere, lo spiedo in grado di unire frazioni e borghi. Tutto ciò non è banale, bensì una scorciatoia per eludere la crisi anche solo per una sera e credere che la speranza alla fine sia davvero l’ultima a morire.

Troppo facile, direte voi, cari sindaci, risolvere i problemi con una chitarra e un po' di carne sulla brace; forse avete ragione, ma ritrovarsi in piazza tutti insieme a far festa è pur sempre un nuovo inizio.

di Francesco AMODEI


Seguici sui nostri canali