Alla ricerca delle opere del grande Giovanni Repossi
Il regesto è stato ideato da Alberto Cividati in accordo con la famiglia. Fondamentale nel progetto anche la Fondazione Pellegrini Forlivesi.
Consegnare alla città una grande eredità. E’ questo l’obiettivo che si cela dietro il regesto delle opere del pittore clarense Giovanni Repossi proprio in occasione dei 10 anni dalla sua morte.
Alla ricerca delle opere del grande Giovanni Repossi
L’idea è stata del clarense Alberto Cividati, filosofo, insegnante al liceo classico Arici e direttore artistico del Museo Diocesano di Brescia, in accordo con la famiglia Repossi ed è stata possibile grazie alla collaborazione con la Fondazione Pellegrini Forlivesi che, sul suo sito, ha predisposto una apposita sezione per facilitare la catalogazione delle opere dell’artista.
L’idea
«A quasi dieci anni dalla scomparsa di Giovanni Repossi è intenzione istruire il regesto cronologico delle opere, così da tracciare la sua carriera artistica attraverso la ricostruzione di quella che è stata la sua produzione di più di cinquant’anni di attività - è stato scritto nella presentazione del progetto - La pubblicazione del regesto renderà accessibile le fonti documentarie e la raccolta completa. Il regesto sarà garanzia e riferimento del valore delle opere, apre alla possibilità di un riconoscimento nazionale come archivio attraverso una domanda al Ministero dei Beni Culturali, ma soprattutto è un esercizio di educazione civica per il riconoscimento del valore sociale e dell’importanza storica, fondamentali per l’edificazione della comunità civile ed eredità per le nuove generazioni».
Infatti, le opere di Repossi e la bibliografia potranno essere materiale di studio, finalizzato anche alla costruzione di progetti di mostra, per coltivarne la memoria e per diffondere la cultura insita nel suo lavoro.
«Contattato dalla famiglia Repossi e da Alberto Cividati, ho trovato fin da subito affascinante l’idea di creare un catalogo delle opere di questo grande artista - ha spiegato il presidente Augusto Pellegrini - Fin da piccolo sono cresciuto, grazie a mio padre Gianfranco Pellegrini, circondato dall’arte e ne ho sempre compreso il fascino. Mi fa molto piacere poter dare dunque una mano e un contributo per ridare alla città una lista delle opere di quello che ritengo il più grande artista contemporaneo clarense. E’ necessario rendere onore a quest’uomo».
La figura di Repossi
Giovanni Repossi nacque a Chiari nel 1929. Dopo aver interrotto gli studi ginnasiali per motivi di salute durante gli anni della guerra e dopo aver lavorato nello studio di un artista milanese che realizzava vetrate e acquerelli, riprese a studiare negli anni 1946-48, iscrivendosi a Milano al liceo artistico di Brera, dove è stato allievo di Francesco Flora, Eva Tea, Francesco De Rocchi ed Enzo Morelli.
All’inizio degli anni Cinquanta iniziò a frequentare l’Accademia di Brera, dove fu nuovamente allievo di Morelli, ma anche di Achille Funi, seguendo i corsi dei quali diviene compagno di studi di Davide Boriani, Grazia Varisco e Valerio Adami. Subito dopo il diploma, mentre cominciò a partecipare assiduamente ai tanti concorsi a quei tempi indetti da Istituzioni pubbliche e private, ricevendo per altro numerose menzioni, fu chiamato da Morelli a fare da suo assistente a Brera; contestualmente, nella seconda metà degli anni Cinquanta, lavorò a fianco di Morelli e di Funi in diverse imprese decorative, tra cui quella della Chiesa di Santa Maria Bambina a Milano. Invitato non solo da Morelli e Funi, ma anche dal Direttore dell’Accademia Aldo Carpi a dedicarsi all’insegnamento, ottenne prima una cattedra al Liceo Artistico di Brera (che manterrà sino alla metà degli anni Sessanta) e in seguito divenne il successore di Funi in Accademia quale titolare della cattedra di decorazione. A Brera fu inoltre, negli anni Settanta, anche vicedirettore con Domenico Purificato. Dopo le dimissioni del direttore e pittore Purificato nel 1980, il Consiglio dei Docenti lo elesse all’unanimità Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Dal decennio Settanta, mentre continuò ad esporre, si dedicò a diverse imprese decorative (dipinti murali, vetrate e mosaici) presso diverse chiese ed edifici pubblici. Tra tutti si deve ricordare lo stucco lucido nella Sala Giunta del Comune di Chiari (1989), la città nella quale ha scelto di vivere. Pur frequentando l’ambiente artistico milanese, romano e bolognese in cui ha maturato esperienze artistiche importanti e indispensabili per la sua formazione pittorica, scelse infatti di vivere in provincia.
Anche negli ultimi vent’anni ha esposto spesso in tutta Italia, allestendo numerose mostre personali, realizzando inoltre diverse imprese di decorazione murale. Repossi è morto il 22 gennaio 2012 e, proprio nella sua Chiari, gli è stato dato l’ultimo saluto.
Il regesto
«L’occasione vuole essere, prima di tutto, un atto di dedizione e riconoscenza nei confronti di una figura che, prima ancora che artista, è stato padre colto, sensibile e affettuoso, e cittadino che si è adoperato per la sua città, Chiari - ha spiegato Cividati - E’ importante pensare a cosa significa ereditare. Non si ereditano solo beni materiali, ma si ereditano gesti e modi con i quali si è immaginato il mondo, generando bellezza, desiderio e speranza di vita. Repossi, infatti, è per tutti noi una cultura che si eredita, che resta. Così come il suo modo di fare arte, di vivere la cittadinanza e le sue radici. Tutti noi abbiamo sempre più bisogno della bellezza, della cultura e dell’arte, per poter vivere, sapendo leggere e interpretare le situazioni che toccano l'esistenza di ognuno. Ancor di più in un momento così delicato. Questo artista appartiene alla comunità clarense e, anche in vista della programmazione di mostre o eventi in suo nome, è necessario che ci sia una catalogazione delle sue opere. Non ci sono elenchi in possesso della famiglia che attestino a chi sono andati i quadri, le bozze, gli schizzi o i disegni preparatori. Un regesto delle opere di Repossi, per questo, può anche fare immergere in una visione diversa alla società clarense che ha bisogno di immergersi nella cultura».
Chiunque possedesse delle opere dell’artista dovrà seguire dei semplici passaggi: sul sito http://pellegriniforlivesi.org/, nella sezione dedicata al regesto (creata appositamente per l’occasione), è possibile scaricare il modulo che, una volta compilato, sarà da inviare insieme all’immagine dell’opera all’indirizzo regesto@pellegriniforlivesi.org. Per informazioni sulla catalogazione delle opere di Repossi si può inoltre telefonare al numero 348.0348816.