Zone rosse per i migranti, Comune lecchese nella bufera

Scandalo a Calolziocorte per la proposta del sindaco Mario Ghezzi.

Zone rosse per i migranti, Comune lecchese nella bufera
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Centri di accoglienza per migranti, a Calolziocorte non potranno sorgere in determinate zone, questa la proposta della maggioranza durante l’ultimo consiglio comunale (LEGGI QUI).

Zone rosse a Calolziocorte

Il comune del lecchese è nella bufera per la proposta della giunta del sindaco Mario Ghezzi di istituire dellle “zone rosse”, ne da notizia il portale www.giornaledilecco.it. Secondo quanto proposto durante l’ultima seduta del consiglio comunale i nuovi Cas non potranno essere inseriti vicino a scuole e alla stazione ferroviaria, mentre dovranno chiedere un apposito nulla osta per le aree nelle vicinanze della biblioteca e degli oratori. La proposta è salita agli onori della cronaca nazionale portando il piccolo comune al centro di una infuriata polemica.

L’antefatto: un regolamento sulle strutture di accoglimenti

Come spiegano su giornaledilecco.it, l’articolo 1 del provvedimento presenta in linea generale i requisiti minimi che eventuali nuovi centri d’accoglienza dovranno avere: essere collocati in luoghi abitati facilmente raggiungibili per permettere agli ospiti di integrarsi alla vita sociale e di avere un facile accesso ai servizi; oltre a un numero di servizi igienici adeguati al numero degli occupanti. Le polemiche però sono riferite all’articolo 2: “Considerato prioritario favorire processi di integrazione condivisi con i residenti e ritenuto fondamentale che il Comune possa programmare e supervisionare eventuali insediamenti di Centri di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, viste le molteplici problematiche sociali e di sicurezza che questo tipo di strutture possono generale (con questo inciso eliminato prima della messa ai voti, quale unica concessione della maggioranza alle opposizioni ndr), vengono individuate alcune zone dette “sensibili”. In particolare le zone segnate in rosso (stazione ferroviaria e scuole) si intendono vietate e quelle in blu (biblioteca e oratori) necessitano di nulla osta. Tra i centri di accoglienza e le zone sensibili dovrà esserci una distanza minima di 150 metri, misurata calcolando il percorso pedonale più breve”.

Regolamentare per una vera accoglienza

“Con questo provvedimento non vogliamo assolutamente impedire l’apertura di nuovi Cas, ma solo regolamentare per fare in modo che questa sia una vera accoglienza. Vogliamo dare delle garanzie sia alle persone accolte sia ai cittadini” ha spiegato il Sindaco Mario Ghezzi ai colleghi di giornaledilecco.it.

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