Welfare, Giuseppe Guzzetti: “Il tema strategico è la comunità”
Il presidente della Fondazione Cariplo a Merate con Lupi in un incontro targato Netweek e Costruiamo il futuro.
Il presidente della Fodazione Cariplo Giuseppe Guzzetti ieri sera in Villa Confalonieri a Merate per un incontro dedicato al tema “Welfare e futuro del Terzo settore” promosso da Netweek e da Costruiamo il futuro.
Giuseppe Guzzetti a Merate
Prima protagonista nel quartier generale del nostro gruppo editoriale, poi nella cornice della dimora comunale Villa Confalonieri. Visita meratese, ieri pomeriggio, lunedì 2 luglio 2018, per il presidente della Fondazione Cariplo.
Giuseppe Guzzetti ha incontrato nella sede di Netweek i vertici aziendali accompagnato dal direttore editoriale Lombardia Giancarlo Ferrario: il presidente e amministratore delegato Alessio Laurenzano, il cfo Massimo Cristofori e il vice president Sales & Marketing Riccardo Galione. Poi ha tenuto una lectio magistralis dinanzi a una platea formata da alcuni giornalisti delle nostre 67 edizioni settimanali e dei nostri 29 quotidiani online.
Fondazioni diverse, mission comune
A seguire, in Villa Confalonieri, tanti esponenti della politica (a far gli onori di casa il sindaco Andrea Massironi e il vice Giuseppe Procopio), della società civile e dell’imprenditoria hanno seguito con interesse il forum promosso da Netweek e dalla Fondazione Costruiamo il futuro presieduta dall’onorevole Maurizio Lupi. Tante le analogie con la realtà guidata da Guzzetti, emerse nel corso del dibattito moderato dal direttore Ferrario: la mission comune è valorizzare e dar forza al cosiddetto Terzo settore, che solo semplicisticamente possiamo tradurre con ciò che una volta si definiva “volontariato”.
Un mondo invece ormai articolato e organizzato, che arriva là dove lo Stato non è più in grado di arrivare. E le Fondazioni in questo senso occupano un ruolo assolutamente centrale, come ha sottolineato lo stesso Guzzetti:
“Con la crisi dello Stato sociale, nel corso degli ultimi anni, il Terzo settore, o privato sociale, ha via via sopperito alla carenza di risorse pubbliche su innumerevoli fronti, dai servizi alla persona, al disagio giovanile, alle nuove povertà, per esempio. Un mondo che rappresenta il 3/5% del Pil nazionale (si prevede arrivi al 10% nei prossimi anni), che fa risparmiare allo stato 7.8 miliardi l’anno e che conta 4 milioni di volontari“.
“Le Fondazioni in questo quadro giocano un ruolo importante. Aiutano il Terzo settore, ma non sono semplicemente un bancomat dal quale attingere… All’inizio era così, ora sono diventate soggetti proattivi: se prima dicevano ‘Fate proposte per ottenere fondi, noi le valuteremo’, ora scelgono ambiti di priorità e mettono a punto bandi mirati“.
“Welfare di comunità e innovazione sociale è uno dei progetti che, ad esempio, ha riscosso risultati clamorosi, tanto che, previsto per un triennio, è stato prorogato per il quarto anno e probabilmente lo sarà anche in seguito. Il tema strategico è la comunità: lanciamo bandi non per singole realtà, ma spingiamo enti, associazioni, cittadini e aziende in un territorio omogeneo (come il Meratese, ad esempio) a fare rete per affrontare e provare a risolvere problemi specifici di quella comunità. Ben 28 i progetti sposati in tre anni, altri 8 nei giorni scorsi“.
Fondazione Cariplo: gli obiettivi
“I bisogni sono davvero tanti – ha proseguito Guzzetti – Noi con quasi 160 milioni stanziati l’anno siamo riusciti a soddisfarne alcuni in maniera significativa. La povertà: lo sapevate che a Milano 20mila bambini, uno su dieci, non mangia tutti i giorni? Questo è inaccettabile, in un posto come la Lombardia (da sola più ricca di interi Stati europei), addirittura nel suo capoluogo: per questo ci siamo dati tre anni di tempo perché questa situazione finisca”.
“E ancora, non è assurdo che 260mila giovani fra i 18 e i 34 anni non studino e abbiano smesso di cercare lavoro? Con Terna, Microsoft, Fastweb e Intesa abbiamo creato Cariplo Factory, perché le aziende di posti di lavoro ne avrebbero anche, ma serve uno step in più per colmare le lacune di una formazione scolastica carente: beh, finora siamo riusciti a far assumere ben 7mila ragazzi. Infine non dimentichiamo la ricerca, nella quale investiamo mediamente circa 50/60 milioni ogni anno”.
“Noi cerchiamo di fare la nostra parte, ma anche lo Stato deve fare la sua. Il problema è che per il welfare spende ogni anno ben 70 miliardi di euro, ma non sempre nella maniera giusta. I fondi per il sociale vengono destinati centralmente da Roma, spesso in maniera dissennata: è possibile che lo Stato continui, ad esempio, a sostenere famiglie uscite dalla povertà, quando invece non si occupa di quelle che entrano? Ecco, su questo aspetto in futuro la speranza è che il Terzo settore faccia sentire la propria voce, proponendo al Governo una gestione più decentrata delle risorse”.
L’intervento di Maurizio Lupi
Non solo Cariplo. Anche Costruiamo il futuro è uno dei più evidenti esempi virtuosi nell’universo del Terzo settore. La Fondazione di Maurizio Lupi riunisce un centinaio di imprenditori del territorio e ogni anno (da ben 17 anni) grazie al Premio Costruiamo il Futuro assegna fondi a realtà del volontariato sociale, culturale e sportivo.
“Ben 650mila euro in questi anni, 358 le associazioni che abbiamo aiutato – ha spiegato Lupi – Un modo soprattutto per dire loro grazie e così, poco alla volta, facciamo comunità. Sempre a patto che lo Stato no ci uccida con la burocrazia… Perché il ruolo del volontariato non è solo quello di tappare i buchi laddove lo Stato non sa più dove sbattere la testa: ha un ruolo guida chiave, in base al principio di sussidiarietà, e questi eroi del quotidiano andrebbero davvero raccontati di più”.
Infine per portare l’esperienza della Fondazione comunitaria del Lecchese onlus è intervenuto anche Mario Mozzanica.
Ma come sono nate le Fondazioni?
A spiegarlo, nella sede Netweek, era stato nel pomeriggio lo stesso Guzzetti.
“Le banche senza azionisti, come le Casse di risparmio, hanno una lunga storia. Non solo Cariplo: fra le più antiche ricordiamo ad esempio il Monte dei Paschi. Niente dividendi e utili reinvestiti per offrire ai correntisti condizioni più vantaggiose di quelle offerte dalle banche commerciali, questo il concetto. Solo che nel 1990 il Parlamento, su direttive dell’Europa, ha cambiato le regole, separando la banca dalla sua attività filantropica. Così, in tema di beneficenza, cultura, ricerca, ambiente, quando va in crisi lo Stato sociale, ecco che le Fondazioni diventano fondamentali per sostenere onlus e associazioni rimaste senza più risorse. Ma sempre rimanendo pubbliche, autonome e senza scopo di lucro: un concetto ribadito anche dalla Corte costituzionale nel 2003, dopo un tentativo del Governo di porne i vertici sotto il controllo della politica…”.
Daniele Pirola