operazione break out

Volevano uccidere l'ex collaboratore di giustizia residente a Brescia: cinque finiscono in carcere

L'obiettivo era di incendiare la sua autovettura, tentativo non portato a termine. I fatti risalgono al 2022

Volevano uccidere l'ex collaboratore di giustizia residente a Brescia: cinque finiscono in carcere
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Volevano uccidere l'ex collaboratore di giustizia residente a Brescia: cinque finiscono in carcere.

Operazione Break Out

Questo, in sintesi, il risultato dell'operazione Break Out: la direzione investigativa antimafia ha dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Brescia, nei confronti di cinque persone per tentato omicidio. Ma anche per detenzione e porto di armi alterate.

Volevano uccidere l'ex collaboratore di giustizia

Volevano uccidere l'ex collaboratore di giustizia di origini campane ma da tempo residente a Brescia: questo il movente che ha portato all'incendio della sua autovettura nel gennaio 2022 nel capoluogo della nostra provincia, in zona Urago Mella più precisamente. Per dar vita alle fiamme è stata usata della diavolina posta su uno pneumatico con lo scopo di avviare una lenta combustione ed attirare in strada il proprietario dell'auto. Azione che, fortunatamente, non ha avuto seguito grazie al tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco e delle forze di polizia.

I rapporti con la criminalità organizzata

Hanno quindi preso il via le indagini partendo dalla consapevolezza che la vittima in passato aveva fatto parte della criminalità organizzata campana: la DDA ha quindi delegato al Centro Operativo DIA bresciano gli accertamenti finalizzati a riscontrare le motivazioni all'origine dell'incendio appiccato al veicolo dai chiari contorni intimidatori. In particolare è emerso che il colpo sarebbe stato organizzato da alcuni appartenenti al gruppo criminale con alla guida un altro pentito, a suo tempo figura centrale del clan Sarno di Ponticelli (quartiere di Napoli) ancora oggi inserito nel programma di protezione e attualmente detenuto perché colpito da fermo di diniziato di delitto eseguito dal Centro Operativo DIA di Brescia lo scorso 6 febbraio su disposizione della Procura della Repubblica di Brescia.

Le province interessate

Oltre ai tre fermi del 6 febbraio scorso sono stati eseguiti altri tre arresti, tra i quali  quello di un terzo (ex) collaboratore di giustizia colto negli attimi immediatamente successivi all’acquisto di un fucile di precisione Remington mod. 700 cal. 308, completo di ottica e munizioni, reperito sul mercato delle armi provento di furti in abitazione, con l’intento di utilizzarlo per commettere un omicidio, che, se non sventato, avrebbe potuto innescare una faida.

Anche gli altri due arresti sono avvenuti in flagranza di reato, si era nell'occasione proceduto per detenzione e porto di arma da sparo in luogo pubblico: si tratta nello specifico di due pistole Beretta (calibro 22 short e 6.35 con relativo munizionamento e matricole abrase).

Dalle indagini è inoltre emerso come il clan Sarno avesse, di fatto, contatti con alcuni esponenti vicini alla cosca ‘ndranghetista Arena di Isola Capo Rizzuto (KR). L’odierna esecuzione ha interessato le province di Modena, Napoli, Prato, Genova e Ancona. Il procedimento versa tuttora nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza.

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