Volevano liberare 600 visoni, ne sono morti più di 50

Volevano liberare 600 visoni, ne sono morti più di 50
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Hanno aperto le gabbie con l’obiettivo di salvare seicento visoni, a decine però sono morti di stenti nelle campagne o investiti dalle auto sulla strada. E all’appello, le ricerche degli esemplari sono in corso da giorni, ne mancano ancora una settantina.

E’ questo il bilancio del tragicomico blitz, compiuto da una frangia di animalisti nella notte tra venerdì 30 e sabato 31 dicembre all’allevamento Santo Stefano, nella zona Sud di Misano. Aprendosi un varco nella rete di recinzione posteriore dell’azienda agricola, gli attivisti sono riusciti a penetrare nel cortile poco prima delle 2 di notte e, complice la nebbia fitta, dopo aver raggiunto uno dei capannoni che ospitano i visoni hanno aperto le gabbie. Liberando 550 esemplari di visoni femmine che si sono dispersi tra le campagne limitrofe.

«L’allarme è suonato intorno alle due di notte – ha raccontato Tullio Cantaluppi, che con il socio Giuseppe Ferrara gestisce l’allevamento di visoni – Dai monitor collegati alle telecamere di sorveglianza dell’azienda, però, in un primo momento non si notava nulla anche perché c’era una fitta nebbia. Quando si è un po’ diradata ho visto due torce aggirarsi tra le gabbie ed ho capito cosa fosse successo». Accorsi in cascina in piena notte, gli allevatori si sono subito messi all’opera per recuperare gli esemplari che vagavano liberi nel cortile.

In loro aiuto, anche la mattina del giorno successivo, sono arrivati altri agricoltori del paese, ma anche dal cremasco. «Gran parte dei visoni li abbiamo recuperati utilizzando i retini – ha proseguito Cantaluppi – Gli animalisti che hanno compiuto il blitz hanno preso di mira le gabbie in cui c’erano gli esemplari femmine e questo dovrebbe scongiurare la possibilità che si riproducano in aperta campagna… Purtroppo, però, a decine sono morti di stenti e di freddo, disorientati nelle campagne, o sotto le automobili lungo le strade vicine. All’appello mancano ancora una settantina di capi e il rischio e che, vagando senza trovare di che sfamarsi, muoiano di stenti e per il freddo».

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 Alcuni visoni, lunedì, sono stati recuperati nei campi da animalisti di «Meta», giunti a Misano con gabbiette e sportine. «Ho visto questi ragazzi in azione, facendo presente loro che gli animali ritrovati erano i nostri ma che se volevano potevano tenerseli – ha spiegato l’allevatore – Per noi sono morti anche perché risentiranno sicuramente dello shock subito».

Lunedì, poi, gli allevatori si sono recati dai carabinieri per sporgere denuncia. Lamentano un danno economico che si aggirerebbe intorno ai 30mila euro a causa del blitz animalista. «Quanti fossero è difficile da dire, perché dalle immagini delle telecamere interne all’allevamento (ora al vaglio degli inquirenti, ndr), a causa della nebbia, si vedono solo due torce muoversi tra le gabbie – ha concluso Cantaluppi – L’allarme, poi, sabato in giornata ha suonato decine di volte costringendoci a correre all’allevamento ogni volta.

Dopo quanto successo potenzieremo l’impianto di allarme e videosorveglianza con nuove telecamere e sensori. Vogliamo difendere la nostra attività». Lecita, a norma di legge, seppur spesso contestata da manifestazioni animaliste, sinora svoltesi in modo pacifico anche a Misano.


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