Volantini diffamatori contro la Giunta di Rovato: condannati l’ex assessora Marianna Archetti e l’ex presidente della Proloco Enrico Genocchio.
Volantini diffamatori contro la Giunta
Nel 2016 per le vie di Rovato erano comparsi (lanciati e affissi per tutta la città) volantini anonimi che attaccavano duramente la Giunta Belotti: per l’esattezza l’ex vicesindaco Pierluigi Toscani, la moglie Gabriella Pe (consigliere della Lega) e le assessore (all’epoca dei fatti) Daniela Dotti e Sonia Bosio. Gli amministratori erano stati accusati di avere 150mila euro di debiti nei confronti della comunità. Immediatamente i diretti interessati avevano sporto denuncia verso ignoti e lunedì 9 giugno, a distanza di nove anni è arrivata la sentenza di primo grado del processo che ha coinvolto, come imputati, l’ex assessore Archetti, classe 1984, ed Enrico Genocchio.
Il verdetto di primo grado
Marianna Archetti ed Enrico Genocchio sono stati condannati a sette mesi di reclusione ciascuno, con sospensione condizionale della pena; dovranno risarcire 4mila euro a ciascuna delle parti civili (dunque complessivamente 20mila euro), e rifondere le spese processuali. Per gli amministratori coinvolti (solo tre dei quali, ossia Gabriella Pe, Daniela Dotti e il sindaco Belotti tuttora in carica), difesi dall’avvocato Gianbattista Scalvi, è “la fine di un incubo. Questa è stata solo una delle angherie subite in quel periodo, siamo felici di avere ottenuto giustizia!”.
La vicenda
Il procedimento era stato iscritto nel Registro delle notizie di reato nel gennaio del 2017. La Procura aveva identificato quali parti offese il sindaco Tiziano Belotti e i quattro amministratori Pierluigi Toscani, Daniela Dotti, Sonia Bosio e Gabriella Pe. Nei volantini, che riportavano il simbolo dei Cinque Stelle (il Movimento però aveva formalmente ribadito fin da subito la sua totale estraneità ), i quattro politici erano stati accusati di avere tasse non pagate per un totale di 150mila euro. Accuse respinte dai diretti interessati, che avevano spiegato di avere in corso delle rateizzazioni (peraltro per cifre inferiori) “come qualunque cittadino può fare”. Nel mirino dei volantini era poi finito anche il sindaco, accusato di essere complice e di avere coperto tutto. Il processo si è protratto a lungo: gli imputati si sono sempre dichiarati innocenti e hanno portato numerosi testimoni. Tuttavia, a favore della tesi dell’accusa c’erano testimonianze che evidentemente si sono rivelate decisive (sono stati anche passati al vaglio i filmati delle telecamere). E il verdetto, di primo grado, ha indicato gli imputati colpevoli di diffamazione aggravata.