Orzinuovi

"Vogliamo rimanere aperti", parrucchieri ed estetisti in piazza Garibaldi

Un dialogo aperto fra loro in piazza

"Vogliamo rimanere aperti", parrucchieri ed estetisti in piazza Garibaldi
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"Vogliamo rimanere aperti". Non ci sono se e non ci sono ma a Orzinuovi, estetisti e parrucchieri si sono trovati in piazza Garibaldi per lanciare un messaggio forte e chiaro: vogliono rimanere aperti e non chiudere più.

"Vogliamo rimanere aperti"

Dcpm e zone rosse li hanno messi in ginocchio. Letteralmente. Mesi senza uno stipendio pieno, aprire e richiudere ma con meno gente di prima, quindi meno entrate. Però bollette, affitti e spese legate alla partita Iva sono rimaste le stesse. Chi ha perso il 40% del proprio guadagno in due anni, chi il 30% ma alla fine la situazione è la stessa: sono tutti in gravi difficoltà e adesso che si avvicina l'ennesima riapertura, vogliono tenere la serranda alzata per vivere. Non per sopravvivere, come in questi mesi difficili e quasi senza sostegno.

Così, proprio poco fa, buona parte dei parrucchieri e degli estetisti di Orzinuovi si sono trovati in piazza Garibaldi per parlare fra loro ed esprimere il disagio della situazione che stanno vivendo. Una "riunione", distanziati e all'aria aperta per decidere di organizzare, qualora ce ne fosse bisogno, una protesta in futuro. C'è stato chi ha denunciato l'abusivismo, chi ha detto che non ce la fa più a pagare le tasse con lo stipendio decurtato, tutti hanno rimarcato che è impossibile che nei loro locali si diffonda il virus, per la pulizia e l'igiene continua e scrupolosa. "Qualcuno ci dimostri che ci sono stati dei focolai nei nostri esercizi - hanno detto in molti - Non è stato possibile, ci siamo impegnati per rispettare tutte le norme di sicurezza. Dove sono poi gli aiuti statali? Non abbiamo visto un centesimo. Non possiamo continuare così. noi vogliamo rimanere aperti".

Insomma un dialogo aperto, anche con la stampa, che ha determinato l'esasperazione. Cosa vogliono? Rimanere aperti e in sicurezza.

Una richiesta molto semplice che però, in questi mesi, lo Stato non ha ascoltato. Seguiranno aggiornamenti.

 

 

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