Vodafone Italia non paga il Comune la sfratta

A Capriano del Colle una diatriba sulla stazione radio.

Vodafone Italia non paga il Comune la sfratta

E’ un vero muro contro muro quello che vede da una parte Vodafone Italia e dall’altra il Comune di Capriano del Colle.

La vicenda che vede al centro Vodafone Italia

Il Municipio ha fatto causa all’azienda telefonica per una vicenda che ha il suo inizio ancora 10 anni fa. Nel gennaio 2007 l’Amministrazione aveva stipulato un contratto per un immobile, con un canone annuo di 14mila euro, sito in via Industriale a Fenili Belasi. Qui la multinazionale aveva utilizzato l’area per l’installazione di una stazione radio base, provvista di antenne e apparecchiature per la diffusione del segnale radio-telefonico.

Le tappe

Nell’aprile 2011 fu ridefinito il canone annuo che fu così ridotto a poco meno di 11mila euro. Ma il colpo di scena è arrivato nel febbraio 2015 quando la Vodafone, «in maniera del tutto arbitraria ha versato un canone annuo pari a 516.64 euro, invocando pretestuosamente l’applicazione dell’articolo 93 del decreto legislativo 1 agosto 2003» si legge nelle determina del Comune.
Il Municipio di Capriano del Colle, come si legge sempre nella determina del 7 dicembre, «ha rilevato che l’articolo 93 del decreto legislativo 1 agosto 2003 non trova applicazione in riferimento ai beni appartenenti al patrimonio disponibile degli Enti locali, trattando unicamente la tassa di occupazione di spazi e aree pubbliche e il canone di occupazione di spazi e aree pubbliche, in riferimento ai beni demaniali e a quelli appartenenti al patrimonio indisponibile degli enti».

La vicenda legale

Per questo il Comune ha provveduto più volte a sollecitare il pagamento delle spettanze dovute alla Vodafone. Ma dall’azienda che ha sede ad Amsterdam non vi è mai stata risposta. Così l’Amministrazione «al fine di tutelare la situazione patrimoniale dell’Ente, ha ritenuto necessario provvedere allo sfratto per morosità dell’operatore Vodafone Italia dall’immobile di proprietà comunale, congiuntamente alla richiesta di emissione di decreto ingiuntivo in riferimento ai canoni pattuiti e mai versati dallo stesso».
Ora la palla è nelle mani dell’avvocato Mina che si occuperà, anche nelle sedi legali preposte, di questa annosa vicenda.