In un’epoca in cui i giovani sembrano sempre più distanti dalla musica classica e dal mondo dell’opera, sorprende e affascina incontrare chi, controcorrente, sceglie di abbracciarli con passione e dedizione. È il caso di IlariaAndrea Tomasoni, classe 2002, mezzosoprano di Roccafranca, laureata al Conservatorio di Parma con lode e menzione d’onore. Figlia d’arte, è cresciuta in una famiglia dove la musica è molto più di una vocazione: è identità, tradizione e destino. La sorella Romina è un’affermata cantante lirica, mentre il fratello Omar è la prima tromba del prestigioso Concertgebouw di Amsterdam. In questo contesto, IlariaAndrea ha trovato ispirazione, disciplina e una profonda consapevolezza del valore della bellezza, costruendo giorno dopo giorno il proprio cammino artistico.
Come è nata la tua passione per il canto lirico e cosa ti ha portato a scegliere il Conservatorio di Parma?
“Per me il canto lirico non è solo una passione, ma un vero e proprio bisogno. Sono nata quando i miei fratelli, Omar e Romina, erano già in carriera e calcavano i più importanti teatri d’Europa. Sicuramente è anche grazie a loro che questa mia passione è cresciuta sempre più. Ho scelto Parma perché qui si vive la musica, e in particolare la lirica, in un modo tutto speciale. Parma, o meglio Roncole Verdi, è la culla natale di Giuseppe Verdi e tutta la zona è profondamente legata a questa tradizione musicale. Inoltre, il Conservatorio offre molte opportunità di crescita: progetti, spettacoli e un teatro molto attivo, specialmente rivolto ai giovani. Insomma, un ambiente dove mettersi in gioco e affinare il proprio talento”.
Quali sono state le sfide più grandi o i momenti più significativi del tuo percorso di studi?
“Una delle sfide più importanti della mia vita è stata sicuramente la laurea. Ho scelto di portare «La Cenerentola» di Rossini, probabilmente l’opera più difficile per un mezzosoprano nel repertorio rossiniano, con un’estensione di ben due ottave e mezza. Ho voluto affrontare questo brano per mettermi davvero alla prova, spingendo al massimo le mie capacità tecniche e interpretative. Devo dire che il risultato è stato molto positivo e ne sono davvero soddisfatta. Ricevere non solo il 110 e lode, ma anche la menzione d’onore è stata una sorpresa e un’emozione indescrivibile, qualcosa che non mi aspettavo affatto”.
Secondo te, cosa può ancora dire oggi l’opera lirica ai giovani, in un mondo dominato dalla cultura pop e dai social?
“Io penso che l’opera lirica sia per tutti e riesca a coinvolgere persone di ogni età. È una realtà molto diversa, ma chi si avvicina accetta di immergersi nella storia del compositore, proprio come chi va al cinema si lascia trasportare dalla visione del regista e dall’interpretazione degli attori. A teatro, invece, si vive la trama attraverso la musica, con un’energia in più che coinvolge tutti i sensi. Credo anche che i social possano essere uno strumento prezioso per avvicinare i giovani a questo mondo, rendendolo più accessibile e interessante, soprattutto per chi trova difficile restare concentrato per ore seduto in una poltrona di teatro”.
Quali sogni hai per il futuro?
“Ho grandi sogni per il futuro, sogni che sto costruendo passo dopo passo. Credo però che per poterli raggiungere davvero sia fondamentale restare concentrata su ciò che ho ora, sul presente. Ogni occasione è un tassello importante. Ad ottobre, ad esempio, canterò come solista al concerto «Fuoco di Gioia» al Teatro Regio di Parma, un evento organizzato dal prestigioso Club dei 27. Per me è un traguardo enorme, un’opportunità davvero speciale e imperdibile”.
In un panorama musicale in continua evoluzione, IlariaAndrea Tomasoni rappresenta una voce nuova, giovane e autentica, capace di coniugare tecnica, passione e profondo rispetto per la tradizione. Il suo cammino è solo all’inizio, ma l’intensità con cui lo percorre fa già intuire che il palcoscenico della lirica avrà, per molto tempo, una nuova protagonista.