Viaggio, da Ghedi ai canyon

Viaggio, da Ghedi ai canyon
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E’ stata una lotteria internazionale ad aver portato una spedizione di 8 fortunati ad affrontare le gelide acque del Colorado che scorre tra i canyon per ben 5 stati americani e 2 messicani. Partiti mercoledì dall’Italia, i coraggiosi metteranno alla prova il loro fisico e la loro resistenza psicologica alle condizioni estreme del percorso per 500 chilometri all’interno del Parco Nazionale del Grand Canyon con 2 gommoni e 4 canoe. Con loro solo un telefono satellitare e 700 chilogrammi di bagaglio. E allora cosa li spinge nell’avventurosa impresa che il 21 agosto li porterà a Las Vegas? Forse la passione per uno sport tanto affascinante quanto pericoloso non bastava, si è aggiunta la vincita della lotteria che il parco mette a disposizione ogni anno a chi vuole muoversi in autonomia, ma il capospedizione Luigi Codinotti, originario di Ghedi ma attualmente residente a Picedo di Polpenazze e dipendente della Biomedica Montichiari, ha una motivazione in più.

Il viaggio servirà anche a ricordare due amici tragicamente uccisi dalla loro stessa passione Daniele Tira, di San Zeno Naviglio, e Gianni Zanardello, di Roncadelle. Luigi era con Daniele il fatidico 11 luglio 2011, quando le acque del Denkey Creek, in California, sono stati fatali per il fisioterapista 33enne. Così come il 2 novembre 2014 l’incidente in canoa, in Nepal, è stato fatale per il 60enne Gianni, da tutti conosciuto come «Gianni Slalom». Ma Codinotti metterà a disposizione tutto il suo sapere e la sua esperienza accumulata in Nepal, Cile, Kenya, Siberia in favore di chi lo seguirà in questi 15 giorni. Tra questi anche due meno esperti: il 19enne figlio Luca, che abita a Lonato del Garda, e l’affezionato cugino 18enne il cuoco Giovanni Martinelli residente a Ghedi. Il quarto bresciano è invece il 46enne di Chiari Mario Formenti che seguirà il gruppo in kayak insieme agli altri lombardi: Renzo Porzio, il 47enne bergamasco Lucio Mazza, il milanese Gigi Rizzitelli e il 22enne comasco Matteo Ostinelli. Difficile estrapolare il loro stato d’animo mentre fanno scalo a Londra.

«E’ difficile da spiegare perché ci sarebbero troppe parole che lo rappresentano – a parlare è il giovane Giovanni Martinelli - siamo tutti contentissimi, impazienti però con una gran voglia di vedere come è, di provare una esperienza che faremo una volta nella nostra vita». Comprensibile poi anche un pizzico di paura «Secondo me c'è, però non ci rendiamo ancora conto di andare a fare questa esperienza». Soste e accampamenti in riva tra serpenti a sonagli e scorpioni, per non parlare di ripide, salti e tifoni renderanno la spedizione una vera e propria avventura degna di un set cinematografico.

Melania Isola 


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