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Venduta per 2 milioni e 100mila euro: la farmacia comunale passerà al privato

L’asta si è conclusa in settimana, ma continua la polemica delle opposizioni sulla destinazione delle risorse

Venduta per 2 milioni e 100mila euro: la farmacia comunale passerà al privato
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La farmacia comunale di Rovato è stata venduta per circa 2.101.000 euro. Ora da sbrigare c’è «solo» la prassi burocratica, il controllo minuzioso di tutta la documentazione e la verifica della garanzia economica, ma l’obiettivo è di completare l’alienazione entro la fine dell’anno.

La Farmacia comunale venduta per 2 milioni

«E’ un buon risultato, che al contrario di quello che si pensa non ridurrà il servizio per la cittadinanza, ma lo migliorerà dal momento che il privato ha più possibilità e capacità di investire rispetto a un gestore pubblico», ha ribadito il sindaco Tiziano Belotti a margine dell’asta conclusa in settimana con due proposte sul tavolo: aperto a luglio, nel bando si precisava che i locali attuali saranno concessi in affitto (il contratto scade il 31 dicembre 2026) e che la sede potrà essere trasferita esclusivamente nel perimetro della pianta organica delimitata, dunque a sud di via 25 Aprile.

Lo scorso giovedì erano state aperte le buste della documentazione amministrativa, mentre martedì quelle con l'offerta economica alla presenza dei soggetti interessati: ad aggiudicarsi l’asta (oltre al magazzino, che era stato valutato 170mila euro) è stata la Farmacia Tomasoni, già attiva con tre sedi a Rovato, Cologne e Castrezzato, che ha rilanciato per 100mila euro.

Il dado è tratto, ma non si placa la polemica

Ma se per l’Amministrazione la vendita della farmacia comunale avrà ampi risvolti positivi, non solo in termini di servizio (che dovrebbe essere potenziato dal privato) ma anche delle risorse che verranno immesse nel bilancio e utilizzate per il territorio, non cambiano le posizioni di chi, fin dall’inizio, si era opposto all’alienazione del bene pubblico o comunque alle modalità con cui era stata condotta la gara. «Dispiace che ci siano stati solo due offerenti, se ce ne fossero stati altri magari si sarebbe potuto ottenere di più in fase di rilancio: è chiaro che, qualsiasi cosa sia stata fatta per realizzare questa gara, non ha avuto successo», ha sottolineato Renato Bonassi di RovatoW, auspicando comunque che i fondi ottenuti alienando il patrimonio pubblico «vengano utilizzati per realizzare progetti concreti, a lungo termine, e nel modo migliore possibile». La trasformazione dell’ex cinema in una mensa e una palestra per la primaria, la viabilità del centro e la realizzazione del teatro nell’area mercatale erano alcune delle proposte del gruppo di opposizione.

La destinazione dei soldi della vendita era stata contestata anche dai consiglieri di Rovato Vale, mentre Rovato 2020 aveva criticato più in generale la decisione di alienare la farmacia. Così come il PD, che nei giorni scorsi ha ribadito la sua «totale contrarietà alla vendita di un bene comunale che non tornerà mai più nella disponibilità pubblica - hanno commentato - A maggior ragione non essendo chiaro per quali esatte finalità verranno impiegati gli introiti [...] La totale mancanza di programmazione di questa Amministrazione fa spavento, non si vendono i beni di famiglia per coprire i costi di opere di dubbia utilità».

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