Garda

«Urge la sostituzione delle condotte sublacuali»

La Cabina di regia istituita presso il Ministero ha fatto sapere che vanno sostituite le condotte tra Toscolano e Torri

«Urge la sostituzione delle condotte sublacuali»
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Le condutture sublacuali fra Toscolano Maderno e Torri del Benaco vanno sostituite «tempestivamente».

Cabina di regia

È questa, alla fine, la sentenza della Cabina di regia istituita presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per il progetto del nuovo sistema di collettamento e depurazione del Lago di Garda. Una delle variabili, però fra le più importanti, al centro del dibattito ormai da molti anni.

Più volte nel recente passato si è dovuto mettere mano alle due tubazioni che convogliano i reflui da una sponda all’altra del lago. Dopo quattro decenni di onorato servizio si vedono, e non da oggi, le conseguenze del tempo trascorso. Ma in particolare l’ammaloramento causato da «incrostazioni che sono divenute sede di ferrobatteri in grado di aggredire e corrodere la condotta stessa».

Una storia nota ai toscomadernesi che, sin dal 2019 e poi ancora negli anni successivi, hanno assistito alle operazioni di riparazione con il famoso «pontone», i sub, le clamp; così come hanno seguito con interesse gli incontri successivi.

Ora il nuovo Commissario straordinario (e Prefetto di Brescia) Andrea Polichetti, che pare aver impresso una svolta alla vicenda, ha riferito che dai rilevamenti effettuati nell’appena concluso 2024 è emersa una situazione tutt’altro che rassicurante.

Video ispezioni

«Le ultime videoispezioni effettuate da Acque Bresciane nel 2024 hanno evidenziato un peggioramento della situazione che può essere contenuta solo con attività di ripulitura e manutenzione, con interventi specialistici che in considerazione della profondità di posa comportano rischi per il personale impiegato, con oneri economici ingenti – ha spiegato Polichetti – Per questo è stato ritenuto prioritario giungere il prima possibile alla dismissione della condotta». Un’esigenza, come scritto in apertura, definita «tempestiva».

Basti pensare che il solo intervento del 2019 era costato circa 1 milione e 800mila euro. Erano serviti 1.380 ore dui ispezioni, 14.208 ore di lavoro vero e proprio, 47 tecnici e 44 clamp. L’allora project manager della Drafinsub, ditta specializzata chiamata a curare le tubazioni, aveva evidenziato riduzioni dello spessore fino all’80%.

Depuratore

Nel frattempo sono trascorsi quasi sei anni in cui si è detto molto, e fatto molto poco. O meglio, delle condotte ci si è presi sempre cura, ma della soluzione no. Ora, com’è noto, la svolta che ha accantonato il doppio impianto di Gavardo e Montichiari in favore di quello di Lonato mantenendo lo scarico nel fiume Chiese. Sembra questa la soluzione che vedrà la luce essendo in fase di definizione il Piano degli interventi, che sarà sottoposto al MASE, per la progettazione, l’affidamento e l’esecuzione delle nuove opere. Il progetto è chiaramente complesso, gli ultimi anni della sua storia travagliata sono lì a provarlo. Fra le altre variabili da considerare ci sono i costi di realizzazione e gestione (stando alle carte andare a Lonato farà risparmiare 16 milioni subito e 3 milioni ogni anno), bisogna valutare l’impatto dei cantieri sulla già famigerata Gardesana Occidentale con soluzioni alternative, le compensazioni, e la lista sarebbe ben più lunga. Il caposaldo però, pare essere l’eliminazione delle condotte quanto prima.

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