Una nuova targa rimpiazza quella persa e onora il ricordo del benefattore "dimenticato"
La sconfinata generosità di Luigi Bellometti è finalmente celebrata nella sede dei Pensionati
di Stefania Vezzoli
"Tutto è bene quel che finisce bene", dirà qualcuno, citando il titolo di una nota commedia di Shakespeare. Vero, la storia che ci apprestiamo a raccontare ha un lieto fine, ma la sua trama è complessa, tortuosa e grondante di rabbia e dolore.
Una nuova targa rimpiazza quella persa e onora il ricordo del benefattore "dimenticato"
Già, perché per i nipoti di Luigi Bellometti, per tutti semplicemente Gino, è stato come perdere l’amato zio una seconda volta e solo dopo quattro anni di instancabili ricerche, appelli e lettere protocollate in Comune hanno ottenuto finalmente che il ricordo della generosità del loro caro fosse nuovamente onorato.
L’incubo è cominciato a fine 2019, quando Giancarlo Uberti, nipote di Gino, si recò nella nuova sede dei Pensionati di Erbusco per ammirare la targa collocata in seguito alla donazione effettuata dallo zio all’associazione, scoprendo però con immenso sgomento che il cimelio era scomparso. La cosa più terribile, per i discendenti di Bellometti, è stato il muro d’indifferenza che si sono trovati di fronte, come se nessuno ricordasse quella targa che invece era stata inaugurata in pompa magna, come se la memoria del gesto altruistico dello zio si fosse completamente e inspiegabilmente sgretolata. Erano così amareggiati e delusi che perfino l’articolo pubblicato su queste pagine a inizio febbraio 2020, con l’intenzione di perorare il loro appello alla ricerca della targa perduta, fu percepito da loro come inadeguato: nonostante infatti l’intento fosse quello di celebrare la figura di Gino Bellometti, uno dei maggiordomi più apprezzati nel jet set internazionale (aveva servito la famiglia Rothschild, una delle più importanti al mondo, lavorando in ville di lusso in mezzo alle celebrità), il fatto che il sindaco Ilario Cavalleri all’epoca avesse dichiarato di non riuscire a trovare la documentazione relativa alla donazione effettuata e all’inaugurazione della targa non andò giù ai nipoti, che si sentirono presi in giro.
Sconsolati e sempre più arrabbiati, non si sono però arresi e hanno continuato a cercare, scavando nel passato. Il fatto che nel mezzo ci sia stata la pandemia di Covid-19 di certo non ha aiutato, e non lo ha fatto neppure scomparsa di alcune figure chiave, che avrebbero potuto dare un contributo significativo: l’ex fotografo Gian Carlo Lancini, che aveva scattato le fotografie alla cerimonia di inaugurazione, stroncato da un malore, a soli 62 anni, nel 2016; prima ancora, nel 2012, era morto a 79 anni Ugo Moretti, storico presidente dell’associazione Pensionati e referente del centro erbuschese; anche Severino Turra, guida dei Pensionati per oltre un decennio, non è più fra noi (è mancato a maggio 2020) e a fine gennaio 2021 si è spento prematuramente, a 70 anni, il suo successore, Sandro Paganotti.
Dopo chilometri e chilometri in auto, telefonate e tante porte in faccia, Giancarlo Uberti un giorno, sistemando casa sua a Palazzolo, si è ritrovato tra le mani un album fotografico che non sapeva nemmeno di avere: la prova tangibile che la cerimonia che nessuno sembrava ricordare c’era stata, il 7 giugno 2004, alla presenza delle autorità comunali (l’allora sindaco Leonardo Lamberti e l’assessore Teresa Pedercini), della sorella di Gino, Teodora Bellometti, e del fratello Umberto (mancato nel 2020 a Londra). E così, rinfrancato, ha scritto nuovamente al Comune di Erbusco, indirizzando la sua lettera (con allegate le foto) al primo cittadino Cavalleri.
«Mi rivolgo a lei per esprimere il profondo desiderio mio e della mia famiglia di porre rimedio a una situazione ingiusta che coinvolge la memoria del nostro defunto zio Luigi Bellometti - si legge nella missiva - Grazie alla sua esperienza e competenza nel settore hotellerie ha contribuito a rendere gli incontri nella sede dei Pensionati di Erbusco sempre molto piacevoli. Non sono mancate occasioni in cui forniva il suo aiuto come traduttore, grazie alla sua profonda conoscenza di numerose lingue. Nel 2004, a un anno dalla sua scomparsa (avvenuta nel 2003 mentre si trovava in Tunisia, ndr), i suoi ultimi datori di lavoro statunitensi, Howard Ruby e Yvette Mimieux, hanno donato al Comune di Erbusco l’importo di 5mila dollari come riconoscimento del suo impegno. Questa generosa donazione ha permesso l’acquisto di nuovi arredi e di una nuova macchina del caffè per la sede degli anziani».
Un gesto che era stato celebrato con una targa, andata perduta durante i lavori di ristrutturazione della vecchia sede dei Pensionati (che oggi ospita il Consorzio Franciacorta) e il conseguente trasloco nella nuova «casa» del sodalizio, vicino alle scuole medie.
La nuova targa
La mobilitazione di Luciano Quarantini, attuale responsabile del centro anziani erbuschese, e dell’Amministrazione comunale in carica ha portato alla realizzazione di una nuova targa, che recita «A ricordo di Luigi Bellometti che presso l’Associazione Pensionati trascorse momenti sereni con le persone che amava». Collocata nelle scorse settimane all’ingresso della sede, martedì è stata ufficialmente inaugurata alla presenza del sindaco Ilario Cavalleri, dell’assessore Paolo Bertazzoni, del responsabile dei Pensionati e dei nipoti di Gino. Ci sono voluti quattro anni, tanti sforzi, infaticabili ricerche e ripetuti appelli, ma finalmente la memoria del benefattore Gino Bellometti è stata ripristinata. Insomma, giustizia è stata fatta.