Orzinuovi

Una medaglia al valore per Valotti, prigioniero di guerra

Richiesta dai figli è stata consegnata in sala consiliare

Una medaglia al valore per Valotti, prigioniero di guerra
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Una medaglia al valore per Battista Valotti, che è sopravvissuto alla prigionia nei campi di concentramento in Austria.
Non è più qui per raccontarlo, purtroppo Battista è morto anni fa nella sua Orzinuovi, dove è nato nel 1920, per poi arruolarsi durante la Seconda Guerra Mondiale.

Una medaglia al valore per Valotti

Ha combattuto su diversi fronti: italiano, francese, greco, per poi essere imprigionato dai tedeschi in Austria.
Un’esperienza che lo aveva segnato profondamente e per la quale meritava davvero una medaglia di riconoscimento, chiesta durante quest’anno dai figli Carlo e Luigi e ottenuta dal prefetto Attilio Visconti mercoledì, in sala consiliare a Orzinuovi, dalle mani del sindaco nonché senatore Gianpietro Maffoni.
Momenti di grande commozione, specialmente per i suoi figli, che hanno ricordato con tenerezza il padre.
«E’ stato deportato nel 1943 in Austria dove ha lavorato per il Regime fino al 45, quando è ritornato in Italia alla fine della guerra - ha raccontato il figlio Carlo - Lo facevano pulire, sistemare le strade sterrate, si occupava anche di rimuovere le macerie. Ci ha raccontato davvero poco di quello che ha passato, dicendoci che faceva fatica a mangiare, che recuperava delle bucce di patata. Sappiamo che è stato anche ricoverato in ospedale subito dopo, dove a causa di alcuni problemi riscontrati nel campo di concentramento ha vissuto con un polmone solo. Solo a posteriori abbiamo trovato dei diari, tantissimi anche della prigionia, dove scriveva quello che gli capitava, addirittura dei sacchi per il cemento che trasformava in quaderni». Una vita intensa.
«Aveva legato con i suoi compagni di prigionia che addirittura, negli anni ‘80 erano venuti a trovarlo dall’Ucraina per 15 giorni - ha proseguito Valotti - Sono state delle settimane davvero molto emozionanti. Dopo la guerra ovviamente si è rifatto una vita: prima ha lavorato in Val Trompia e poi, tornato nelle nostre zone, ha avuto un impiego in banca, dove ha continuato fino al suo pensionamento. Della sua prigionia raccontava pochissimo, era molto riservato su quest’aspetto anche perché deve essere stato davvero difficile per lui. A noi però, ci ha insegnato la fiducia, il rispetto, i valori fondamentali per affrontare la vita, il senso di unità. Siamo davvero contenti di aver ricevuto la medaglia, non sapevamo nemmeno di poter fare richiesta ma è un riconoscimento importante».
Orgoglioso anche il sindaco Maffoni, che con commozione ha ricordato Valotti.
«Purtroppo la cerimonia in prefettura non si può fare a causa della pandemia ma appena fatta la domanda il prefetto di Brescia ha subito assegnato il riconoscimento - ha commentato - Non dimenticheremo Battista Valotti e quello che ha passato. Lui, come tanti altri concittadini».

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