Una maschera da snorkeling si trasforma in dispositivo respiratorio di emergenza
Una maschera da snorkeling si trasforma in dispositivo respiratorio di emergenza. La scoperta del dottor Renato Favero, ex primario a Gardone Valtrompia, è stata testata agli Spedali Civili di Brescia e all'ospedale di Chiari.
Una maschera da snorkeling si trasforma in dispositivo respiratorio di emergenza
Qualche settimana fa, data la carenza di mascherine FFP2 e FF3 (ma anche di quelle chirurgiche), molte persone avevano cominciato ad affidarsi al noto marchio di attrezzature e articoli sportivi per correre ai ripari.
Così c'era stato un vero e proprio assalto al reparto degli Sport acquatici: tutti a caccia della maschera Easybreath, ideata da un'azienda italiana per praticare snorkeling in comodità e sicurezza.
All'inizio sono sembrati dei visionari, ma ecco la svolta.
La valvola Charlotte
La maschera Easybreath aveva davvero delle potenzialità: a confermarlo la scoperta del dott. Renato Favero, ex primario dell’Ospedale di Gardone Valtrompia.
Grazie alla collaborazione con l’ing. Cristian Fracassi, fondatore di Isinnova, il dispositivo è stato trasformato in una maschera respiratoria di emergenza per gli ospedali. Il modello Easybreath è stato quindi smontato e dotato di una valvola realizzata con la stampante 3D per il raccordo al respiratore ed è diventato un vero e proprio ventilatore utile per tutti i reparti degli ospedali.
Basta collegare direttamente la maschera all’ossigeno tramite la presa al muro.
Il dispositivo è già stato testato con successo agli Spedali Civili di Brescia e all'ospedale di Chiari, dove Easy Covid 19 - così è staro ribattezzato il dispositivo - si è reso praticamente indispensabile nella prima accoglienza al pronto soccorso e per una terapia sub-intensiva d’urgenza.
A rendere tutto possibile la valvola brevettata Charlotte.
La tecnologia di Isinnova
Soltanto una settimana fa Isinnova si era resa protagonista di un'altra grande impresa, accogliendo l'appello del direttore generale dell’Asst di Franciacorta Mauro Borelli, fornendo un centinaio di valvole esaurite all’Ospedale di Chiari necessarie per i respiratori, e salvando diverse vite.
"C’erano delle persone in pericolo di vita, e abbiamo agito - avevano dichiarato i vertici dell'azienda a tal proposito - Non chiamateci, come alcuni hanno fatto, eroi. Certo, delle persone stavano per morire, ma abbiamo fatto solo il nostro dovere".
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