La storia

Una giovane vita appesa al filo: l'unica speranza è in Franciacorta

Contatta la redazione per mettere a disposizione un appartamento

Una giovane vita appesa al filo: l'unica speranza è in Franciacorta
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A 13 anni, un ragazzo dovrebbe avere il diritto a ricevere cure e assistenza medica, dovrebbe essere fatto di tutto per assicurargli la speranza di vivere al più a lungo possibile in modo dignitoso. Purtroppo non è sempre così. Lo dimostra questa storia che unisce il Kosovo e la Franciacorta, in particolare la città di Rovato, in una battaglia per garantire all’adolescente l’accesso a terapie capaci di dargli una prospettiva di futuro.

Il padre in Italia, il figlio in Kosovo, senza cure

Figlio di genitori separati, il 13enne (di cui non pubblichiamo le generalità a tutela della sua privacy, anche a fronte della sua condizione estremamente fragile) vive con la mamma in Kosovo, mentre il padre si è rifatto una vita in Italia, con una nuova famiglia. Ma non l’ha mai abbandonato, e non ha mai rinunciato a cercare per lui le migliori cure.
Fin dal primo anno di vita, sono stati riscontrati ritardi nell’acquisizione della postura eretta e della deambulazione; da bambino ha eseguito degli accertamenti in Turchia, dai quali è emersa una miopatia. L’ipotesi è che possa avere la Distrofia muscolare di Duchenne, ma per una diagnosi certa occorre uno studio genetico mirato.

In cura al NeMo di Gussago, ma serve una casa in Franciacorta

Il Centro clinico NeMo di Gussago dalla scorsa primavera ha preso in carico il ragazzo e adesso vorrebbe intraprendere per lui un percorso mirato, ma c’è un ostacolo che appare insormontabile: perché si possa avviare un progetto continuativo è necessario che il 13enne abbia una sistemazione stabile in Franciacorta.
Per trovare un piccolo appartamento in affitto per lui e la madre (l’unico requisito imprescindibile è l’accessibilità, perché il ragazzo è sulla sedia a rotelle) si sono messi in moto anche i Servizi sociali del Comune di Rovato, dove il padre risiede, purtroppo senza alcun risultato. Sono state contattate tutte le strutture convenzionate con gli ospedali bresciani, ma non ci sono disponibilità. E nemmeno gli appelli lanciati ai privati hanno sortito alcun effetto.

L'appello: si cercano appartamenti

Andrebbe bene anche una soluzione temporanea, per l’estate, per consentirgli almeno di iniziare il percorso di cura.
La Redazione di ChiariWeek ha deciso di assumere un ruolo attivo in questa ricerca, rivolgendo l’appello al buon cuore dei lettori. Chiunque avesse un appartamento, anche piccolo, munito di servizi igienici, al piano terra oppure, se ai piani superiori, in una palazzina provvista di ascensore, ed è disposto ad affittarlo a un prezzo sostenibile, è pregato di contattare la redazione (dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 17) al numero 030.7002637 oppure scrivere un’e-mail all’indirizzo redazione@inchiarinews.it. Sarà nostra cura poi creare un contatto diretto con i Servizi sociali del Comune di Rovato.
La raccomandazione è di farlo il prima possibile, perché nel caso di queste patologie così gravi, curarsi diventa una corsa contro il tempo. Riuscire a trovare una soluzione per questo ragazzo e per la sua famiglia rappresenta una vera e propria battaglia di civiltà: perché l’essere nato in un altro Paese non può pregiudicare la possibilità di avere la speranza di un futuro. Perché umanità significa anche non voltarsi dall’altra parte, non essere indifferenti ai bisogni di persone che hanno avuto meno fortuna di noi.