Un bresciano nell'inferno della California in fiamme
Gualeni, designer 47enne di Pompiano, vive a Palm Springs
«È stato l’inferno perfetto». Daniele Gualeni, designer 47enne di Pompiano, vive a Palm Springs, California. A poche decine di chilometri a sud-est di Los Angeles e dall’inferno degli incendi, non è ottimista. «Tutta la zona di Altadena è devastata, le spiagge di Malibù sono terreni di cenere» racconta al telefono. E nei prossimi giorni, quelle lande devastate dal fuoco, dovrà attraversarle.
Mentre continuano i focolai che in questi giorni hanno flagellato la California, Gualeni si sta preparando per affrontare un viaggio attraverso Los Angeles per raggiungere Monterey, una piccola cittadina al centro della California. Un’impresa che forse nemmeno riuscirà a portare a termine: «Ho appena ricevuto un messaggio, la strada che dovrei percorrere forse verrà chiusa».
Il futuro prossimo di moltissime persone californiane di origine, od adozione, in questo momento è un grande punto di domanda. Difficile essere ottimisti. «L’incendio si è creato in una zona secca, segnata dall’estate arida, e i venti fortissimi, trasportavano lame di fuoco - racconta il professionista pompianese - Non c’era un sistema di prevenzione che potesse far fronte ad una calamità del genere». E il pensiero di tutti vola agli sfollati.
«Molte persone in Passadina hanno investito tutti i loro risparmi per coronare il sogno di una vita, dopo tanti sacrifici. Molti non avevano le assicurazioni antincendio, per diversi motivi - continua - Tante case hanno più di 50 anni con impianti non aggiornati e i prezzi delle assicurazioni sono spropositati. Ho un cliente a nord di Santa Barbara, penso stia bene ho provato a contattarlo, ha letto il mio messaggio ma non ho più avuto sue notizie. Da due anni, stava lavorando su un progetto grossissimo ed ora di quella casa non c’è più nulla». Il dramma ha colpito le star di Hollywood, che riempiono i giornali. Ma anche decine di migliaia di americani (e non solo) meno «in vista».
«Una mia amica che abita ai confini dell’emergenza, per tre giorni è entrata ed uscita dalla zona di evacuazione, non sapeva cosa fare. Eravamo pronti ad ospitarla ma poi il vento è cambiato per fortuna e l’emergenza è rientrata».
Si pensa che si sia innestato per le palme che hanno toccato i cavi elettrici e abbiamo fatto scintille. «Qui esistono una serie di normative per cui se hai le palme le devi pulire, se hai dei pali elettrici non devi tenere le piante vicine, ma il vento era inaudito. Il sistema era ben collaudato e finanziato purtroppo l’evento è stato innaturale e pultroppo dovremo farci i conti più spesso. Quest’anno è piovuto molto ad aprile, tanto da far crescere l’erba anche nel deserto. Dopo un mese è seguita la siccità ed è rimasta solo paglia. Quando accadono queste calamità basta una scintilla. La combinazione tra pioggia, siccità e vento, ha contribuito a questo scenario infernale».
Qual è la situazione attuale? «Gli incendi che stanno devastando la California hanno generato una serie di informazioni errate che, invece di aiutare, stanno creando confusione e ostacolando gli sforzi per affrontare l'emergenza - prosegue Gualeni - Una delle false notizie più diffuse riguarda la presunta depenalizzazione dei saccheggi a Los Angeles. In realtà, il saccheggio rimane un reato nella città, e chiunque venga colto in flagrante viene arrestato e perseguito legalmente. Approfittare della vulnerabilità delle persone evacuate a causa degli incendi è un atto deplorevole e severamente punito. Un’altra è l'asserzione che l'acqua destinata a combattere gli incendi sia stata deviata verso l'oceano per proteggere alcune specie di pesci. I problemi di approvvigionamento d'acqua durante gli incendi sono stati causati dall'uso simultaneo e massiccio delle risorse per fronteggiare più focolai, che ha svuotato le cisterne pressurizzate più rapidamente del previsto. Inoltre, interruzioni di corrente elettrica in alcune aree, dovute alla necessità di evitare che i forti venti facessero cadere le linee elettriche causando ulteriori incendi, hanno temporaneamente bloccato le pompe utilizzate per riempire gli idranti. Questo ha causato una riduzione della pressione dell'acqua in alcune zone critiche. Non si è trattato di una mancanza d’acqua, ma di problemi tecnici e logistici legati alle condizioni estreme».
Per quanto riguarda i tagli al budget dei Vigili del fuoco, è vero che ci sono state riduzioni. Ad esempio, il governatore della California, Gavin Newsom, ha tagliato oltre 100 milioni di dollari dai programmi di prevenzione degli incendi per l'anno fiscale 2025. Inoltre, la sindaca di Los Angeles, Karen Bass, ha ridotto di 17,6 milioni di dollari il budget del dipartimento dei vigili del fuoco. Tuttavia, le autorità sostengono che queste riduzioni non abbiano compromesso la capacità di risposta agli incendi, sottolineando che il budget complessivo per la gestione degli incendi è aumentato di quasi 10 volte negli ultimi anni, raggiungendo i 3,8 miliardi di dollari.
A giocare un ruolo centrale, ancora una volta, il meteo. «Le condizioni meteorologiche estreme hanno giocato un ruolo cruciale nell'intensità degli incendi. Venti di Santa Ana con velocità simili a quelle di un uragano, combinati con una siccità prolungata e temperature insolitamente elevate, hanno creato un ambiente ideale per la propagazione rapida delle fiamme. Queste condizioni hanno reso inefficaci le infrastrutture urbane, come gli idranti, e hanno impedito l'uso di aerei per il lancio d'acqua a causa dei forti venti - ha puntualizzato - E’ importante riconoscere che il cambiamento climatico ha contribuito ad aumentare la frequenza e l'intensità di questi eventi. L'aumento delle temperature globali e l'instabilità delle precipitazioni hanno reso la Regione più suscettibile agli incendi. Affrontare questa nuova realtà richiede un impegno significativo in termini di risorse finanziarie e politiche per sviluppare infrastrutture e strategie di mitigazione più efficaci. La complessità degli incendi in California non può essere attribuita a un singolo fattore o a decisioni politiche isolate. Si tratta di una combinazione di condizioni climatiche estreme, gestione delle risorse e sfide infrastrutturali in un contesto sempre più vulnerabile».
Il risultato è che si è sempre su «chi vive», costantemente. «Non ti senti in pericolo ma sempre un po’ all’erta. Impari a convivere con queste situazioni. Noi abbiamo il kit di sopravvivenza in casa (che è obbligatorio) e ne ho uno in macchina perché si deve dimostrare di non essere impreparati in caso di disastri. Il sistema californiano di controllo poi è rigidissimo. Ad esempio per il semplice barbecue all'aperto quando vado in montagna, devo andare all’ufficio dei Vigili del fuoco per ottenere il permesso. Se passano e non ho il permesso vengo multato. Quando viaggi in California vedi sempre i cartelli che ti dicono quanto è oggi il rischio d’incendio e a scuola fanno prevenzione ai bambini. Una soluzione a questo problema potrebbe essere mettere tutti i cavi sottoterra. Ad oggi - conclude Gualeni - il vento è calato e ci sono ancora alcuni focolai di dimensioni contenute».