Sono un genitore che ha seguito l’evento sulle “nuvole”, in scena al Fermi di Salò, e riguardo lo spunto del prof.Basile, che ha toccato corde fondamentali dell’esistenza, vorrei proporvi una prospettiva razionale, una dimensione che rassicuri anche i vostri genitori sulle scelte fatte da voi e per il vostro futuro.
Il sottobosco di ciò che avete inscenato indica qualcosa di più radicale per le vostre esistenze di quanto la domanda su cosa può il Classico nella modernità possa far credere.
Pensate: cosa può la modernità senza il classico? questo interrogativo è il segno della radice dell’evento da voi proposto, sulle note dell’ormai famoso Aristofane; pensate che l’industria intera durerebbe il tempo che un raggio di sole impiega per stabilirsi sulla terra, qualche minuto, senza matematica; pensate che ogni scienza inerisce le proprie forme di sapere dal principio formulato da Aristotele, in accademia il cosiddetto PdNC o principium firmissimum o principio di non contraddizione.
Principi questi che sostengono il nostro pensare, dei quali possiamo credere di poterne fare a meno, ma che da ultimo sono come è per la nostra vita la circolazione sanguigna, principi che “fanno” tutte le cose che ci circondano, da quelle mentali a quelle pratiche.
Perché l’astratto d’altra parte è il più concreto.
Pensate che noi siamo nel tempo della crisi di questi principi, ma proprio chi ha la “fortuna” di saperli può permettersi di sapere del motivo della crisi e dunque delle possibili soluzioni per superarla.
Dunque il Classico non è solo un’opportunità, ma resta la necessità che mostra i meccanismi del nostro sapere; possiamo farne a meno? Certo che si, anche lo Struzzo crede di salvarsi mettendo la testa sotto la sabbia, ma si salva per questo motivo?
Grazie Scuola Fermi per la serata