Il caso

Uccellatore nei guai: modificava i sigilli per infilarli alle zampe di richiami vivi e maltrattava gli animali

Per lui una multa da 200 euro e sei mesi di reclusione

Uccellatore nei guai: modificava i sigilli per infilarli alle zampe di richiami vivi e maltrattava gli animali
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Uccellatore nei guai: modificava i sigilli per infilarli alle zampe di richiami vivi e maltrattava gli animali.

Modificava i sigilli per infilarli alle zampe di richiami vivi e maltrattava gli animali: uccellatore nei guai

Modificava gli anelli identificativi degli allevatori per infilarli sulle zampe di uccelli destinati a diventare richiami vivi dopo essere stati catturati in natura. Si configura in questo modo il delitto di uso abusivo di sigilli, previsto e punito dall’art. 471 del Codice Penale. Costringere in gabbia tordi “privandoli del volo e dei comportamenti tipici della selvatichezza, per crudeltà e senza necessità” cagionando l’amputazione di arti e appendici in vani tentativi di volo, configura il delitto di maltrattamento di animali

Queste le motivazioni alla base della sentenza che ha portato alla condanna di un uccellatore con licenza di caccia della Valtrompia: per lui una condanna a sei mesi di reclusione ed una multa da 200 euro. Su di lui pende l'accusa di una serie di reati: maltrattamento animali, detenzione specie particolarmente protette (pettirossi, passere scopaiole e frosoni) sino all'uccellagione.

Scoperto e identificato nel 2022

Scoperto e denunciato dai carabinieri forestali del Soarda nel 2022 dopo essere stato segnalato dai volontari della Lega per l'abolizione della caccia. La segnalazione era stata confermata dal ritrovamento da parte dei militari di un grande impianto di cattura abusiva. Quest'ultimo era costituito da numerose reti, richiami elettroacustici e richiami vivi di provenienza illegale, un vero roccolo, all’interno del giardino privato di una villa.

Nella sentenza del G.U.P. si legge che l’imputato, che ha patteggiato la pena, “essendosi procurato dei veri anelli identificativi per uccelli (sigilli e strumenti di pubblica autenticazione per certificare la cattività degli animali) attraverso il loro rimaneggiamento con l’uso di pinze e punte coniche, ne faceva uso abusivo riuscendo ad infilarli sulle zampe di 21 uccelli di provenienza selvatica”.

L’alterazione o la contraffazione degli anelli identificativi apposti ai richiami  vivi ad uso venatorio, per simulare la nascita in cattività di esemplari selvatici catturati illecitamente in natura, costituisce tuttora il presupposto fraudolento per alimentare un mercato lucroso ed illegale.

Le immagini

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