Tre generazioni di asolani piangono Flavio Caleffi

«Devo dire grazie a Caleffi se oggi possiedo la mia azienda», «Sono andato in banca e mi tremava la mano mentre scrivevo la mia firma sul blocchetto degli assegni», e ancora, «E’ grazie a Caleffi se ho trovato e poi sposato mia moglie».
Flavio Caleffi è venuto a mancare agli inizi del mese all’età di 89 anni e da queste frasi si capisce la grande perdita che ha subito non solo la cittadina di Asola, ma anche molti agricoltori, dipendenti Coldiretti e i tanti che lo conoscevano.
Questo perchè il signorCaleffi è stato, in particolar modo, punto di riferimento per gran parte delle generazioni di agricoltori che vivono sul nostro territorio. Si parla di almeno quarant’anni di servizio, durante i quali ha fatto nascere o rinnovato molte situazioni, norme, idee.
La figura di Caleffi è stata per tutti questi anni quella di un vero e proprio segretario di zona, come esiste ancora ai giorni nostri anche se con qualche piccola differenza dettata in particolar modo dall’aumento di personale, in parallelo con una struttura diventata sempre più piramidale della Coldiretti. Dagli inizi, gli anni ‘50 e ‘60 del Novecento, si ricorda in particolar modo un anno: il 1982.
In quel periodo non esistevano ancora norme che fossero realizzate a tutela del coltivatore del fondo terriero. Ed è in questo caso che Flavio Caleffi si mette in gioco, promuovendo sul territorio in cui risiede la Legge 203, nata da uno spirito di tutela del coltivatore/affittuario del fondo e riconosce maggiore tutela e stabilità alle posizioni fondate sul lavoro e sull’impresa piuttosto che a quelle fondate sul diritto di proprietà.
Un aiuto non di poco conto e che si vedrà con il tempo, visto che gli agricoltori che hanno aderito all’iniziativa sono passati da semplici coltivatori a veri e propri imprenditori agricoli. Roberto, il più grande dei quattro figli di Flavio e l’unico che per un breve periodo ha seguito le orme del padre, racconta che «E’ stato bello vedere molti giovani sia al funerale che alla veglia, figli e nipoti di seconda o terza generazione di agricoltori».
«Ha lavorato fino a quando è andato in pensione nel 1997 sostituito da Leandro Grazioli - precisa Marco Scalvini, attuale segretario di zona Coldiretti - All’epoca ad Asola c’erano tre personalità importanti: il medico, il maestro eCaleffi. Nel 1972 è stato creato l’ufficio ufficiale di Asola, ma per i cittadini si andava da Caleffi, non alla Coldiretti. A cui ci si rivolgeva con il dovuto rispetto. Ci sono state persone che non muovevano una virgola senza l’approvazione di Caleffi. Alcuni ex affittuari che ora sono diventati aziende medio grandi devono il loro sviluppo grazie a Caleffi e ai mutui agevolati». «Era sempre in ufficio giorno e notte - raccontano Stefania e Daniela, dipendenti Coldiretti dal 1991 - Noi dobbiamo ringraziarlo perchè alla fine è stato lui che ha creduto in noi. I primi tempi alcune sezioni erano aperte anche il sabato sera, nel quale gli agricoltori arrivavano dopo l’appuntamento al bar, e la domenica mattina».
Quando è nato l’ufficio di Asola vi erano solamente lui e un’impiegata in una stanza con due armadi stipati di documenti. «Aveva un carattere forte, caparbio e deciso - sottolinea Luisa, che come le altre due colleghe ha conosciuto Flavio Caleffi molti anni fa - era un uomo dedito in maniera spassionata al suo lavoro». A fianco delle sue battaglie in campo agricolo, ha unito anche un forte impegno politico durante gli anni ‘70, ‘80 e ‘90 all’interno del partito democristiano. «Sono fiero e orgoglioso di aver avuto un avversario come lui» dicono di lui alcuni suoi avversari politici.
«Aveva vinto un concorso nelle Poste Italiane - spiega Roberto - ma lui non si vedeva fermo dietro a una scrivania, e così rifiutò, donando tutta la sua vita a ciò che amava di più, la sua passione: l’agricoltura». Nell’ultimo anno si trovava tra gli ospiti della Casa di Riposo e fino all’ultimo ha sempre cercato di rappresentare quella libertà che aveva insegnato a tutti, assieme a un pizzico di autorevolezza e al grande amore per il Mantova Calcio, presente nel cuore dell’anziano fin dagli esordi in Serie A.