Il caso di Palazzolo

Tra privatizzazione e cambiamenti: la contabilità che frena la Croce Rossa

Il presidente Belometti ha alzato la voce e si è fatto sentire e il deputato Claudio Cominardi ha sottoposto la questione alla Commissione Finanze.

Tra privatizzazione e cambiamenti: la contabilità che frena la Croce Rossa
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Di Simone Bracchi

Il caso nazionale sollevato a Palazzolo.

Tra privatizzazione e cambiamenti: la contabilità che frena la Croce Rossa

Nell’ultimo decennio la Croce Rossa italiana, senza contare la recente riforma del Terzo settore, ha vissuto cambiamenti (riorganizzazione e privatizzazione) molto importanti a seguito di interventi da parte del Legislatore. Cambiamenti che hanno portato, come spesso capita nel nostro Paese, a delle situazioni assurde e molto complesse. Come nel caso del comitato locale della Cri di Palazzolo che si ritrova a pagare ogni anno 25mila euro a Cassa depositi e prestiti per il finanziamento trentennale sottoscritto in occasione dei lavori della loro sede. Peccato che l’immobile di via Golgi non sia tecnicamente di loro proprietà. "Quello che chiediamo non è un aiuto o uno sconto - ha commentato il presidente della Croce Rossa di Palazzolo, Faustino Belometti - Pretendiamo chiarezza, da parte del Governo, su alcuni aspetti contabili: perché nemmeno i commercialisti sanno come inserire a bilancio 25mila euro di rata annuale per pagare un immobile che non solo non è nostro, ma che per legge utilizziamo a titolo gratuito". E proprio su questa delicata, ma poco nota, questione, il deputato palazzolese del Movimento Cinque Stelle, Claudio Cominardi, martedì pomeriggio ha presentato un’interrogazione in Commissione Finanze. E la risposta dell’Esecutivo non si è fatta attendere.

La vicenda

Nel 2012 è stata riorganizzata l'"Associazione italiana della Croce Rossa" (Cri) trasferendone le funzioni alla nuova associazione di diritto privato di interesse pubblico "Associazione della Croce Rossa Italiana", e trasformando la Cri in "Ente strumentale alla Croce Rossa Italiana" (Esacri), quale soggetto di natura pubblica avente lo scopo temporaneo di favorire lo sviluppo della neonata associazione di diritto privato. Oggi l'ente (nel Cda di Esacri come rappresentate dei volontari c’era anche Belometti) risulta in liquidazione coatta amministrativa e con decreto interministeriale del 16 aprile 2014 sono state disciplinate le modalità organizzative e funzionali dell'associazione, nonché i rapporti tra l'ente pubblico (comprensivo del Comitato centrale, dei comitati regionali e di quelli delle province autonome di Trento e Bolzano) e i comitati provinciali (ora non esistono più) e locali privati. "Il fatto è che l’articolo 6 del decreto interministeriale ha assegnato all'Ente pubblico la proprietà del patrimonio immobiliare della Cri e per i comitati locali ha previsto la possibilità di stipulare contratti di comodato d'uso gratuito per l'utilizzo degli immobili - ha spiegato Belometti - Per intenderci: quando abbiamo sottoscritto il finanziamento con Cassa depositi e prestiti la mia partita Iva era la stessa di quella dell’Associazione nazionale. Anche se la sede è stata pagata di fatto con denaro proveniente dal territorio, i nostri crediti e debiti erano condivisi con quelli di tutti gli altri comitati essendo parte dell’Ente pubblico. Ora con la privatizzazione dei comitati locali non è più così e tale disposizione ha comportato difficoltà rilevanti nel contabilizzare le uscite per prestiti e finanziamenti relativi a beni non di proprietà". Nel caso di Palazzolo l’immobile di via Golgi, realizzato una decina di anni fa (e quindi esistente al 31 dicembre del 2013), è costato circa 2 milioni di euro e con Cassa depositi e prestiti era stato sottoscritto un finanziamento trentennale di 500mila euro: ogni anno vengono pagate rate di 25mila euro con interesse al 3,50%.
Il 6 agosto 2015 il Comitato centrale della Croce Rossa Italiana – Dipartimento economico-finanziario e patrimoniale aveva definito le rate di ammortamento di «assoluta competenza» dei comitati locali e provinciali che hanno titolarità del mutuo (nel caso di Palazzolo finanziamento), ma «per facilitare l'iscrizione dei mutui nei bilanci» aveva invitato a considerarle «come un anticipo fatto dal privato in nome e per conto dell'Ente pubblico, così da rendere i comitati locali/provinciali APS creditori, solo ed esclusivamente della quota capitale, nei confronti dell'ente pubblico. In tal modo potranno essere portati in detrazione e recupero la “quota interessi” delle rate di ammortamento in sede di dichiarazione dei redditi". Disagi che non sono stati risolti, visto che l’anno scorso era stata proprio la Cri di Palazzolo a sollevare nuovamente il caso. Una situazione questa che riguarda altri pochi comitati sul territorio nazionale, quasi tutti in Lombardia.

Le parole di Cominardi

Il deputato ha dunque interrogato il Ministero delle Finanze e quello della Salute, tenuto conto dell’incertezza delle risposte. "La pandemia ci ha consegnato molte domande e poche certezze, ma tra le certezze c’è il valore dell’associazionismo e del volontariato. Migliaia di crocerossini hanno messo a repentaglio la vita ogni giorno e aiutarli a svolgere serenamente questa missione è il minimo che possiamo fare - ha commentato il deputato, già sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali - Sarebbe quindi una beffa se, per la mancanza di indicazioni contabili chiare in merito a questa situazione, scattassero pure delle sanzioni. Se risolveremo questo aspetto lo dovremo anche al Comitato di Palazzolo, che da tempo chiede chiarimenti e che da sempre dimostra una gestione virtuosa. Per ora non posso che ringraziare il presidente Faustino Belometti per averci permesso di sollecitare il Governo attraverso quest'interrogazione".

La risposta del Governo

Il sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il deputato Cinque Stelle Alessio Mattia Villarosa, ha consegnato la risposta a Cominardi. "Le indicazioni fornite dal Comitato centrale della Cri non sono state condivise con il Ministero - si legge nella risposta - L’individuazione del corretto trattamento fiscale applicabile alla fattispecie dipende dalla verifica di alcune circostanze come la soggettività fiscale dei comitati. Sulla necessità di trovare una soluzione contabile al problema, si valuterà di verificare, con approfondimenti anche con il Ministero della Salute, la possibilità di fornire chiarimenti".

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