Tra le estetiste discriminate dal Dpcm c'è chi ha pensato... di reinventarsi
E’ un grido forte e chiaro di un’intera categoria che è rimasta "discriminata dal Dpcm" rispetto a parrucchieri e barbieri.
Una delle categorie più colpite dal decreto è quella delle estetiste, che a differenza di parrucchieri e barbieri non possono aprire i propri saloni. Da Palazzolo la curiosa iniziativa: "Da domani parrucchiere per vagine".
Tra le estetiste discriminate dal Dpcm c'è chi ha pensato... di reinventarsi
Nelle zone Rosse gli acconciatori possono restare aperti, mentre le estetiste no. Il loro non è annoverato fra i servizi "necessari" alla persona. Hanno adottato protocolli, acquistato Dpi e igienizzanti, adeguato il loro modo di lavorare alle nuove normative, fatto sacrifici per portare avanti l’attività e continuare a offrire servizi di alta qualità e professionalità alle clienti e ai clienti (perché nel 2020 dall’estetista ci vanno sia donne che uomini). Ma da una settimana a questa parte sono state costrette a chiudere (di nuovo) fino a quando la Lombardia o la provincia di Brescia non diventeranno zone arancioni o gialle.
L’amarezza è tanta, ma c’è anche chi ha pensato di... reinventarsi, come le professioniste di Easy Chic, a Palazzolo, che prima di salutare le clienti hanno postato una fotografia provocatoria di loro tre, in divisa, con mascherine e visiere, mentre reggono dei cartelli che recitano "Da domani parrucchiere per vagine". Il significato è chiaro e vuole essere una voce che si alza dal territorio per difendere la propria categoria e tutte le estetiste.
Leggi l'intervista e il servizio completo con le testimonianze di altre estetiste del territorio sul numero di Chiariweek in edicola questa settimana.
La testimonianza: "Un'ingiustizia verso la nostra categoria"
"Pensiamo si tratti di un’ingiustizia verso la nostra categoria, considerando che abbiamo lo stesso codice Ateco dei parrucchieri ed effettuiamo trattamenti che richiedono la stessa distanza di sicurezza - hanno spiegato Claudia Facchetti, Ilaria Lancini e Angelica Gatti - Se pensiamo, per esempio, ai barbieri che per eseguire il loro servizio necessitano di far togliere la mascherina al cliente e stanno a una distanza inferiore del metro, non c’è la minima differenza. È una discriminazione a tutti gli effetti".
La chiusura del centro estetico di Palazzolo, per le tre professioniste, è stata un fulmine a ciel sereno.
"Fino all’ultimo abbiamo sperato di poter continuare a lavorare, basandoci sui dati relativi a Brescia e Bergamo che sembravano essere “sotto controllo” - hanno continuato - Purtroppo, non essendo stato così, appena confermata la notizia ci siamo attivate subito e abbiamo contattato gran parte delle clienti, mettendoci a disposizione tutta la giornata di giovedì per poter svolgere i servizi più urgenti di cui necessitavano prima della chiusura".
Tanti gli appuntamenti annullati. Molte donne avevano fissato trattamenti da svolgere con ciclicità e che non si saprà quando potranno riprendere. Ma perché i parrucchieri sì e le estetiste no? Questa la domanda di tutti fin dal primo momento. Ed ecco che allora da Palazzolo hanno pensato di lanciare un messaggio provocatorio... reinventandosi.
"La foto che abbiamo pensato e scattato rappresenta esattamente il momento in cui abbiamo realizzato che non era la vigilia prima di Natale, ma il termine di una giornata in cui avremmo dovuto spegnere e chiudere tutto, ancora una volta, per un tempo non definito - hanno sottolineato - Il fatto di classificarci ironicamente come “parrucchiere per vagine” restava la nostra unica possibilità! Il messaggio che, se potessimo, vorremmo far arrivare al governo è che questa scelta di differenziare tra parrucchieri ed estetisti, penalizzando i secondi, è stata presa senza tener conto di come in un centro estetico si lavori in totale sicurezza (così era già da prima della pandemia), mantenendo un ambiente sterilizzato e disinfettato con tutte le dovute procedure, nel rispetto della nostra salute e di quella dei clienti".
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