“A volte mi sembra di essere qui per sbaglio. Sanno poco di me son loro bersaglio. Ciò che ho passato loro non lo sanno.” E’ con queste parole che il rapper Tmmy Kuti, cresciuto a Castiglione delle Stiviere, esprime il suo desiderio di integrazione tra culture diverse e il sogno che lo Ius Soli diventi realtà. Parole e musica inserite in un diritto che per lui è fondamentale, al contrario di quello espresso, invece, dalla lega nella figura di Matteo Salvini.
Tommy ha 28 anni, è nato in Nigeria ed è arrivato in Italia quando aveva 2 anni. Verso i 15 anni i suoi genitori hanno ottenuto per lui e per tutta la sua famiglia la cittadinanza ed ora il musicista si sente in dovere di lottare, tramite la sua musica, per coloro che per problemi burocratici non riescono ad ottenerla anche se vivono in Italia da un trent’ennio.
Tommy fa parte, quindi, della seconda generazione di italiani, nata o cresciuta nei quartieri delle nostre città. Una cambiamento ancora nuovo che in altri stati, come in Germania, Francia o Inghilterra, dove il 28enne aveva studiato all’università, è visibile già da almeno vent’anni, e le generazioni presenti sono ormai alla quarta o quinta.
Il suo percorso musicale inizia a sedici anni, esattamente un anno dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana. “Non sono straniero sono stranero” è lo slogan del suo album, mentre la canzone manifesto è “Afroitaliano”.
Nessun passo verso un cambiamento di idee da parte del politico Salvini che sulla sua pagina Facebook scrive “Al rapper Tommy Kuti (che mi dedica anche una strofa) dico che chi nel 2017 discrimina in base al colore della pelle è un cretino, ma questo non c’entra nulla con la cittadinanza. Che NON si regala in modo automatico, come vorrebbero Renzi e il Pd, ma si desidera e si CONQUISTA. #NoIusSoli”.