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Tiziano Mulonia ha vinto contro l'Alaska

Il clarense, classe 1973, ha terminato Iditarod Trail Invitational. Dopo diverse peripezie è tornato in Italia dalla moglie e la figlia. A loro è stata dedicata la gara.

Tiziano Mulonia ha vinto contro l'Alaska
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di Federica Gisonna

Tiziano Mulonia ha vinto contro l'Alaska

Una sfida contro se stesso, contro la fatica, contro l’Alaska. Una vittoria dedicata agli amori della sua vita: la moglie Anita e la figlia Letizia.
Tiziano Mulonia ha portato a termine la sua avventura, ha raggiungo il traguardo dopo un viaggio mozzafiato e, dopo una infernale trafila di tamponi e rallentamenti, è tornato in Italia per poterlo raccontare.  Il clarense, classe 1973, ha terminato Iditarod Trail Invitational. E lo ha fatto da solo, in mezzo al freddo e al gelo, ma sempre in sella alla sua bicicletta. Questa non è stata la prima volta: in passato aveva partecipato alla gara insieme al fratello Guglielmo, come lo chiama lui, ma che per tutti noto come Willy Mulonia (famosissimo per le sue esperienze in bici e le gare in giro per il Mondo).

L'esperienza

Tiziano è partito in fretta e furia alla fine di febbraio: si era ben allenato (soprattutto sul Monte) e nonostante la pandemia aveva una buona forma fisica che gli è tornata utile, ma proprio per l’emergenza sanitaria non ha saputo fino all’ultimo se avrebbe potuto partecipare alla competizione. Infatti il quarantottenne clarense era l’unico partecipante europeo dell’area Schengen ed è riuscito a prendere, solo il il 26 febbraio, l’ultimo volo disponibile per iniziare il viaggio verso l’Alaska grazie a un particolare permesso concesso agli atleti dall’Ambasciata Americana.
Poi, finalmente, è iniziato il sogno con una bicicletta a pieno carico di 35 chilogrammi che, nel percorso, è diventata un pochino più leggera. I chilometri percorsi, con il freddo e la neve, ma anche attraverso paesaggi mozzafiato e che il clarense non ha voluto perdersi per colpa della frenesia, sono stati circa 600 (350 miglia).
«E’ stato incredibile - ha esordito Mulonia - Per completare la gara ci ho impiegato 7 giorni e qualche ora, uno in meno dello scorso anno. Ma non ho voluto correre. Non ha senso perdersi le meraviglie dell’Alaska per arrivare primi. Solo al termine della gara ho guardato la classifica finale e sono arrivato quindicesimo su cinquantuno».
Un risultato ottimo, ma che per il clarense «poco importa» in quanto per lui la competizione è sempre stata una cosa personale e da vivere a pieno, un viaggio interiore più che una gara di velocità.

«Sono stato bene con me stesso - ha aggiunto - Non mi sono mai sentito solo, ma del resto in Alaska non puoi permettertelo. La notte è tenebrosa e non puoi lasciarti spaventare dai lupi. Ho mantenuto i miei ritmi e fatto quello che mi andava. L’anno scorso, con mio fratello, era stato bellissimo, ma comunque dovevamo rispettare ognuno i tempi dell’altro, in questa occasione, invece, ho fatto tutto quello che mi andava di fare. Volevo guardare il paesaggio e fare qualche foto? Detto, fatto. Non avevo sonno e riuscivo a pedalare ancora, allora non mi fermavo».

Madre Natura, quest’anno, è però stata un po’ più clemente con il biker. Ci sono state incredibili giornate di sole che hanno mostrato tutte le bellezze del paesaggio e anche la temperatura non è quasi mai andata sotto i -30 gradi di notte e di giorno si aggirava intorno ai -15 (infatti, anche attrezzati, è questo un freddo che diventa difficile da sopportare).
Non sono mancate le difficoltà: «Sono partito forte, la forma fisica era alta - ha aggiunto Tiziano - Ho recuperato dei chilometri persi il primo giorno, per una forte nevicata, in pochissimo tempo. Ho anche commesso una stupidata, in velocità non ho visto un bivio e mi sono fatto 25 chilometri assolutamente non necessari e superflui. Ma pace, mi sono detto, “hai sbagliato, ma vai avanti”. E così è stato».

L’accoglienza, però non era stata delle migliori: nel giorno dell’arrivo, infatti, c’era anche stato il terremoto, ma poi, fortunatamente, la situazione è rientrata. Più complicata ancora è stata la partenza per tornare a casa.

«Un disastro con le tempistiche dei tamponi che, ovviamente, per sicurezza è necessario fare - ha concluso Tiziano - Assurdo è però che c’è chi lucra su questo. Ho dovuto rimandare il ritorno. Ma fa nulla, ormai sono a casa dalle due donne a cui dedico tutto: mia moglie Anita e mia figlia Letizia. Non mi hanno mai fatto mancare il supporto».

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