Sversamenti nel fiume Chiese, ecco i primi effetti sull'ambiente

Gli episodi di sversamento sono continuati per tutto il fine settimana con i primi effetti devastanti sull'ambiente

Sversamenti nel fiume Chiese, ecco i primi effetti sull'ambiente
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Il depuratore è ko. Da giorni sorvegliato speciale dai tecnici di Depurazioni Benacensi che hanno in gestione il depuratore e dai tecnici di acque Bresciane che invece gestiscono le tubazioni e dalle Gev che più volte hanno presenziato raccogliendo campioni e stendendo verbali ispettivi.

Il 20 marzo, la scoperta del tubo

Ciò che è stato rinvenuto e segnalato era un tubo di dimensioni notevoli che scaricava liquido altamente maleodorante direttamente nel fiume Chiese.
Episodio ripetutosi nei giorni successivi, filmato e segnalato agli organi competenti, in primis al sindaco Marika Legati.  Il primo episodio risale alla sera del 20 marzo quando in una zona prossima al depuratore di Calcinatello un residente ha trovato un tubo intento a sversare nel letto del Chiese, ma gli sversamenti non si sono mai arrestati.

 

Le sere successive gli sversamenti proseguono

Procedura di scarico rinvenuta e accertata anche le sere successive a quella del 20. Sul posto, intervenuti per la segnalazione, anche gli agenti della Polizia Locale, l’ingegnere di Depurazioni Benacensi e i tecnici di Acque Bresciane, i quali accertato la presenza dello scarico, hanno proceduto a controlli tecnici di routine. La scena si è ripetuta nelle sere successive stando alle segnalazioni del Comitato, una prassi insomma che sembrava diventata normale. Il materiale nelle sere successive era contraddistinto inoltre da miasmi di intensità superiore, di colore biancastro e in quantità massicce. Dal verbale di campionamento redatto da Acque Bresciane risulta infatti che l’anomalia riscontrata all’impianto e alla relative conduttore sarebbe stata causata dallo scarico industriale della ditta di via Cavour, risultato non conforme alle autorizzazioni emanate dalla provincia in materia ambientale.  I sospetti, che si erano concentrati su un pozzetto specifico, sono poi diventati realtà con i prelievi fatti nelle singole aziende che hanno portato alla luce l’identità del responsabile. Si tratta dell’azienda Dia e secondo chi si sta occupando della vicenda, lo sversamento, oltre che fuori dai limiti consentiti,  sarebbe dovuto anche alla portata insufficiente del depuratore stesso, pensato per raccogliere gli scarichi di circa 2mila abitanti, quando in realtà la portata necessaria sarebbe nettamente superiore, considerando gli scarichi sia civili sia industriali che si concentrano nella frazione.  Il materiale rinvenuto, oltre ad essere in quantità tale da non riuscire ad essere «spurgato» dal depuratore è così finito di nuovo nel fiume, con una concentrazione altissima di Co2 .

 

Ma gli episodi non si sono placati

Gli episodi di sversamento sono continuati per tutto il fine settimana con i primi effetti devastanti sull'ambiente. In questi giorni continua l'attività di monitoraggio anche da parte dei membri del Comitato Cittadini che hanno presenziato ogni giorno la zona del depuratore per sorvegliarne l'attività. La portata del depuratore di Calcinatello è stimata per una popolazione di 2mila abitanti. Secondo i tecnici però al lavoro, solo nella notte di mercoledì scorso sarebbero arrivati circa 35metri cubi di materiale biancastro assimilabile ad un centro abitato di circa 40mila abitanti. Una vicenda su cui si aspetta di fare chiarezza, soprattutto per accertare ulteriori responsabilità e per comprendere perchè gli organi competenti non abbiano mai provveduto a rendere la portata del depuratore idonea alle necessità di un paese come Calcinato.

 

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