Svastiche e «caccole» su muri e cartelli

Svastiche e «caccole» su muri e cartelli
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Dichiarazioni d’amore, simboli impropri e scarabocchi di varia natura. Tutto questo si può ritrovare nei cartelli castiglionesi. Sarà che la fantasia per imbrattare materiale pubblico dia quel fremito di adrenalinica trasgressione, sarà che il bisogno di comunicare, anche in maniera illegale, sia una necessità impellente su qualsiasi tipo di oggetto, oppure sarà che la maleducazione è dura a morire. In ogni caso quella che ci fa le spese è la «povera» segnaletica verticale della cittadina aloisiana.

Diversi i cartelli imbrattati e fatti ripulire dall’Amministrazione in centro storico, ma altri sono completamente dimenticati, in particolare nelle frazioni e ad ingresso città. Provenendo da Mantova, sulla strada provinciale 82, i visitatori vedono le indicazioni stradali per Brescia e Solferino e possono «ammirare» la svastica e la croce celtica. Ormai le frecce che indicano le direzioni per le cittadine sono scolorite e poco visibili, ma i due simboli sono chiarissimi e risaltano bene anche a distanza.

La creatività dei vandali però non si ferma a meri simboli di storica propaganda politica, anzi. Entrambi i cartelli turistici, che segnano l’ingresso nella frazione di Grole, hanno variato il nome della cittadina. Se si proviene da Solferino sulla strada provinciale 12 la frazione che si incontra è «Grole Caput Mundi» segno della cultura latina e storica degli imbrattatori. Diversamente se si proviene dal centro paese e si procede verso Solferino si incontra «Grole Caccola ti amo» una fantasiosa e stravagante impressione amorosa, ribadita anche sui muri della centralina elettrica poco distante. «Sono anni ormai che i cartelli della nostra frazione sono così.

Come in molti casi si sono dimenticati della nostra realtà» racconta uno degli abitanti della «ormai ex» Grole. Un altro importante contributo fatto dai disegnatori illegali lo si può trovare alla fermata del pullman di via Mazzini. Il cartello che promuoveva la cittadina dal titolo «I gesti dell’umanità. L’archeologia, l’arte e la storia nei musei dell’alto mantovano» è stato smantellato in parte e aggiornato con il termine molto in voga fra i giovani «swag». Ogni tanto sul territorio castiglionese spuntano sui cartelli disegni, frasi, simboli, mentre altri vengono bruciati, piegati, incisi o marchiati con adesivi di varia natura.

Quando poi non ci pensano i vandali a dare il loro «tocco artistico», gli agenti atmosferici pensano a fare il resto. Nella frazione di Gozzolina, così come nella periferia di Castiglione, ad esempio nella zona industriale, si trovano cartelli fantasma, talmente scoloriti dal tempo che è rimasta solo una forma grigia e sbiadita che ricorda il tipo di cartello.

Forse non è una delle problematiche principali della cittadina, ma la sicurezza e il fare «bella figura» con gli «ospiti» dovrebbero essere presi in considerazione.


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