Svalutavano quadri per rivenderli a prezzi più alti: a processo anche due bresciani
Tra loro antiquari, proprietari di quadri, operatori del settore e i funzionari della Soprintendenza di Pisa
Svalutavano quadri per rivenderli a prezzi più alti: a processo anche due bresciani.
26 le persone coinvolte
In totale sono 26 coloro che andranno a processo con l'accusa di abuso d'ufficio e falso ideologico in atto pubblico. Tra loro antiquari, proprietari di quadri, operatori del settore e i funzionari della Soprintendenza di Pisa. Come riportato da PrimaFirenze, il periodo preso in esame dalla Procura di Pisa va dal 2014 al 2018. In questi anni la Soprintendenza avrebbe dato il via libera alla vendita di circa 20 quadri che però sarebbero stati sottovalutati.
Per la Procura, infatti, i funzionari non hanno valutato correttamente i quadri sottoposti all'autorizzazione di libera circolazione, sottostimando il valore reale delle opere e non segnalandolo al ministero, impedendo quindi allo Stato di acquisirle e inserirle nel patrimonio nazionale.
Da 45mila euro a 3,5milioni di euro
Da ricordare che l'attestato di libera circolazione permette al proprietario delle opere di venderle all'estero. Questo attestato viene rilasciato dalla Soprintendenza se il quadro non ha un grande valore, al contrario i funzionari dovrebbero informare il ministero della Culture segnalando l'opportunità di acquisto.
E' il caso della scultura “Rezzonico Genius” attribuita a Canova. Nel giugno del 2016 l'opera è stata valutata dalla Soprintendenza di Pisa per 45mila euro. Il proprietario, grazie alla certificazione statale, è riuscito a vendere la scultura a 3,5 milioni di euro.
Analoga situazione per la tela di Piero Di Cosimo, “Madonna con Bambino e San Giovannino”. I funzionari avevano stimato che il quadro valesse 74.200 euro, ma in un'asta a Monaco di Baviera il proprietario è riuscito a venderlo a 964mila euro.
2 bresciani a processo: i nomi
Sono in totale 26 gli antiquari, i proprietari di quadri, gli operatori del settore e i funzionari della Soprintendenza pisana accusati.
Francesco Ferri, 49 anni, di Firenze, mercante d’arte;
Adamo Nencini, 56 anni, di Vaglia (Fi), mercante d’arte;
Alberto Tirelli,35 anni, di Firenze, dipendente società di vendita opere d’arte;
Severina Maria Russo, 69 anni, domiciliata a Pisa, all’epoca impiegata Soprintendenza di Pisa;
Loredana Brancaccio, 69 anni, di Pisa, all’epoca funzionaria Soprintendenza;
Mariagrazia Ristori, 66 anni, Cascina, funzionaria Soprintendenza;
Amedeo Mercurio, 68 anni, di Livorno, impiegato Soprintendenza;
Roberto Ruberti, 68 anni, di San Giuliano Terme, impiegato Soprintendenza;
Carlo Filippi, 68 anni, di Pisa, impiegato Soprintendenza;
Gino Cenci, 70 anni, di Pisa, funzionario Soprintendenza
Roberto Casamonti, 73 anni, di Bagno a Ripoli, mercante d’arte; Federico Berti, 53 anni, di Firenze, mediatore;
Fabrizio Covini, 74 anni, residente a Forte dei Marmi, domiciliato a Massa, agente immobiliare, proprietario di opere d’arte;
Dario Matteoni, 73 anni, residente a Pisa, già direttore del Museo S. Matteo di Pisa, ex assessore a Livorno, all’epoca funzionario Soprintendenza;
Donatella Montanari, 65 anni, di Vecchiano, all’epoca funzionaria Soprintendenza.
Fortunata Maria Pizzi, 71 anni, di Pisa, all’epoca funzionaria Soprintendenza.
Tra gli altri 10 troviamo mercanti ed esperti d'arte di Milano, Bologna, Frascati e Brescia.
Tullio Parrinello, 72 anni, di Bologna, esperto d’arte;
Prospero Rondinella, 67 anni, di Milano, conosciuto come l’antiquario di Berlusconi;
Giancarlo Frigerio, 74 anni, di Milano, mercante d’arte,
Daniele Moneghini, 46 anni, di Brescia, mercante d’arte;
Giorgio Gnudi, 68 anni, di Brescia, mercante d’arte;
Andrea Camilli, 57 anni, di Frascati, funzionario Soprintendenza;
Silvana Tagliavini, 71 anni, Milano, proprietaria di opere d’arte;
Tiziana Sassoli, 68 anni, di Bologna, proprietaria opere d’arte;
Roberto Formenti, 70 anni, di Castellanza (Va) con domicilio a Massarosa, proprietario opere d’arte;
Carlo Maia Francesco Orsi, 68 anni, di Milano, proprietario opere d’arte.
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