Sul sequestro del capannone «leghista» il consiglio comunale diventa segreto
La minoranza chiede lumi sul sequestro del capannone di proprietà della famiglia Bertagna attraverso un’interrogazione consiliare discussa però, a differenza degli altri punti all’ordine del giorno, in seduta segreta. Straming spento e nessuna dichiarazione da parte dei consigliere di minoranza ai quali è stato imposto obbligo di riservatezza per questioni di privacy.
Il sequestro dell'immobile
La questione è relativa al sequestro effettuato dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Brescia del capannone, in via Statale, di proprietà del padre dell'amministratore calcinatese Alberto Bertagna, segretario provinciale della Lega e assessore al commercio del Comune di Calcinato. Diverse le irregolarità evidenziate dai militari in fase di controllo, dalla mancanza di porte a norma dal punto di vista della sicurezza, alle inferriate alle finestre all’utilizzo stesso del capannone affittato quale deposito ma in realtà utilizzato quale laboratorio. Un capannone che secondo i militari pareva più abbandonato che abitato vista anche la presenza di cartoni e teli scuri sulle vetrate. E invece all'interno, che era tutt’altro che abbandonato, sono state scovate una serie di irregolarità, comprese quella imputate alla titolare di origini cinesi accusata di caporalato e sfruttamento della manodopera. Più di trenta postazioni e un solo bagno secondo i militari del Nil che quella mattina hanno fatto irruzione all'interno del capannone, generando il classico «fuggi fuggi» generale.
L'interrogazione da parte dei consiglieri di minoranza
All'interno, operativi alle postazioni, tre clandestini che vivevano e operavano tranquillamente sul territorio comunale negli immobili della famiglia dell'amministratore leghista e coperti dalla titolare cinese. In molti si chiedono per quale motivo, visti i precedenti nella medesima area e in alcuni casi con gli titolari, nessuno abbia mai effettuato controlli per accertare che l’attività procedesse in maniera regolare e a norma di legge, né i proprietari degli immobili, né gli enti deputati. Una mancanza di controlli che ha fatto scattare l'interrogazione consiliare da parte della minoranza che aveva definito inopportuno questo modo di operare, specie per il ruolo di segretario provinciale della lega di Brescia (...) L'articolo in edicola ogni venerdì con Montichiariweek o in edizione sfogliabile