Gli studenti del Gongaza in sciopero contro il "cantiere dei disagi"
Da mesi l'Istituto convive con problemi causati dai lavori di adeguamento sismico, avviati dalla Provincia sull'edificio
Alla fine i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Superiore Francesco Gonzaga hanno deciso di scioperare. Mercoledì 15 novembre, due giorni prima dell’incontro che la Provincia, l’ente proprietaria dell’immobile, e titolare del cantiere di adeguamento sismico che, da mesi, tiene in scacco l’edifico, ha convocato in auditorium – venerdì 17 alle 17 – una parte della popolazione scolastica ha deciso di non entrare in classe.
Infiltrazioni e crolli hanno reso inagibili alcune aree
Da settimane, infatti, il cantiere crea disagi alla scuola: in alcune aree dell’edificio piove dentro, situazione che ha provocato il crollo di alcuni pannelli in cartongesso. Si sono allagate alcune classi, al piano terra, nelle scorse settimane, e i lavori non consentono di usufruire dei corridoi interni, ma ragazzi e ragazze, oltre al corpo docente, sono obbligati a muoversi all’esterno, per raggiungere le varie zone della scuola. Una situazione che, fino all’inizio della settimana, vedeva anche problemi ai caloriferi, con il riscaldamento che non era ancora partito. Da questo punto di vista, però, la promossa della Provincia è stata mantenuta. Martedì 14 i caloriferi sono stati accesi, e la scuola è calda, ma nel corso della mattina di lunedì, la sfortuna ha deciso di infierire su un edificio che ha già molte criticità.
Problemi anche per il riscaldamento
Nel piano seminterrato, all’accensione martedì mattina dei termosifoni, alcuni si sono guastati, nonostante fossero stati controllati i giorni precedenti. Un semplice guasto tecnico che, però, si è sommato ad una situazione di disagio già esistente. E così mercoledì mattina una buona parte della scuola ha deciso di non entrare. più che dare consigli ai ragazzi e alle ragazze su come organizzare una manifestazione che, da oltre 20 anni, non si verificava al Gonzaga. Gli ultimi scioperi sono quelli degli anni ‘90, se non si considerazione quelli legati al cambiamento climatico.
«Vogliamo delle risposte e capire come mai i lavori non procedono – fanno sapere i ragazzi – il cantiere è qua da vedere. Noi siamo dentro, seguiamo le lezioni fra mille difficoltà. Non è facile, e in più capitano delle mattine che ci dobbiamo continuamente spostare perché nelle classi piove dentro. Non ci sembra una situazione ottimale per fare scuola, per nessuno. La nostra protesta non è contro la scuola, e neppure contro i docenti e la dirigenza, siamo qui per chiedere di avere delle risposte dagli enti competenti, per capire quanto durerà questa situazione» hanno spiegato a più riprese i ragazzi e le ragazze che sono rimasti fuori dalla scuola per cinque ore.