Storie di solidarietà che superano i confini

Storie di solidarietà che superano i confini
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«Regaliamo un mondo possibile». Questo l’appello dei volontari della «Bottega dei popoli», un mondo fatto di lavoro pagato il giusto, di uguali opportunità, di rispetto per l’ambiente e per la biodiversità.

Ecco cosa vuol dire «Equo-solidale». Un mondo che già esiste varcando la soglia del civico 6 di via Largo Zanardelli.

Dietro ogni prodotto una storia di solidarietà che i volontari che gestiscono la bottega sanno raccontare con trasporto e, al contempo, oggettiva documentazione fin dagli anni ‘70 quando il gruppo missionario «Mivo ‘75» con il suo pioniere Gibì Bonetti che già conosceva i valori di giustizia e equità si è rimboccato le maniche. Tutto è iniziato con semplici bancarelle, dopo nel 1999 la prima piccola sede, poi divenuta bottega che, solo in seguito, si è trasferita nell’attuale collocazione.

I volontari, da gruppo autonomo, diventati poi una ventina, si sono riuniti nella «Cooperativa solidarietà», presieduta da Eugenio Fasser, e che gestisce anche le botteghe di Brescia, Rezzato, Gavardo e Rovato per un totale di oltre cento persone. Un importante ponte tra il produttore e l’acquirente per «dare diritti ad un’economia che non ha diritti» e che non può prescindere dalle motivazioni che spingono coltivatori, imprenditori e artigiani nelle loro opere.

Così, anche a Ghedi, tra gli scaffali minuziosamente addobbati concorrono a creare calde macchie di colore i panettoni equo e solidali che aiutano le donne e i ragazzi di strada in Ruanda, i prodotti della «Cooperativa Libera Terra» per la lotta alle mafie e ancora tanto altro tutto da scoprire.


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