danno ambientale

Sirmione, tagliati 500 mq di canneto: distrutti nidi e danneggiato l’ecosistema

A lanciare un grido d’allarme è Paolo Zanollo, referente del Wwf Bergamo-Brescia per il lago di Garda

Sirmione, tagliati 500 mq di canneto: distrutti nidi e danneggiato l’ecosistema

Danno ambientale lungo le sponde del lago di Garda, precisamente nella zona del parco San Vito a Sirmione. A denunciarlo è il Wwf Bergamo-Brescia, che nei giorni scorsi ha segnalato l’episodio alle autorità competenti, tra cui la polizia locale di Sirmione e i carabinieri forestali di Brescia. L’organizzazione ambientalista ha scoperto che circa 500 metri quadrati di canneto, in un’area sottoposta a tutela ambientale, sono stati tagliati in modo indiscriminato. Un atto gravissimo, soprattutto perché avvenuto in un momento delicato dell’anno: la fase finale della nidificazione degli uccelli, quando i canneti del Benaco svolgono un ruolo fondamentale di protezione per molte specie. Durante un sopralluogo effettuato dai volontari del Wwf, sono stati trovati due nidi completamente distrutti: uno di cigno e uno di garzetta, segno evidente del disturbo diretto arrecato alla fauna locale. Il danno non è solo immediato e visibile, ma rischia di avere ripercussioni profonde sull’equilibrio naturale dell’area.

L’importanza dei canneti

A lanciare un grido d’allarme è Paolo Zanollo, referente del Wwf Bergamo-Brescia per il lago di Garda: «I canneti del lago di Garda non sono solo un intralcio alla vista o al turismo – ha dichiarato – ma sono ecosistemi vitali e preziosi. Ospitano fino al 90 per cento della biodiversità del lago, accogliendo uccelli migratori e stanziali, pesci, anfibi, insetti. Inoltre svolgono funzioni insostituibili: depurano naturalmente le acque, filtrano sostanze inquinanti, stabilizzano i sedimenti e proteggono le sponde dall’erosione grazie al fitto apparato radicale». Non solo: i canneti rappresentano un habitat cruciale per la riproduzione e la crescita della fauna lacustre, fungendo da rifugio e nursery per numerose specie protette. Il loro taglio indiscriminato, soprattutto in periodi sensibili come la primavera e l’inizio estate, può provocare danni difficilmente reversibili.«Negli ultimi anni – prosegue Zanollo – abbiamo assistito a episodi gravissimi come il taglio raso dei canneti a Sirmione, Manerba e Moniga, proprio nei mesi più delicati per la fauna. Si tratta di interventi scellerati che compromettono la biodiversità locale e violano le norme di tutela ambientale». Vale la pena ricordare che, dopo l’ultima crisi idrica di due anni fa, i canneti del Garda si sono espansi notevolmente, raddoppiando in estensione lungo le sponde del lago. Un fenomeno accolto positivamente dagli ambientalisti, in quanto segnale di un progressivo riequilibrio dell’ecosistema. Il loro sviluppo era stato interpretato come una risposta naturale alla diminuzione del disturbo antropico e al ritiro delle acque, offrendo nuove possibilità di insediamento a molte specie animali e vegetali.Ora però questo patrimonio rischia di essere nuovamente compromesso.

Le indagini

Le forze dell’ordine sono state chiamate a fare chiarezza sull’accaduto e ad individuare i responsabili dello scempio ambientale. Un compito tutt’altro che facile: non è certo, infatti, che vi siano telecamere di videosorveglianza attive nella zona colpita, né pubbliche né private. La mancanza di immagini potrebbe rendere estremamente complicata l’individuazione degli autori materiali del taglio abusivo.Il Wwf ha chiesto con forza un maggior controllo sulle aree sensibili del lago e l’applicazione rigorosa delle normative vigenti, che vietano interventi invasivi nei canneti in determinati periodi dell’anno. «Serve un cambio di mentalità – conclude Zanollo – i canneti non devono essere percepiti come un fastidio per il turismo, ma come un patrimonio da tutelare per garantire la salute e la bellezza del lago nel lungo periodo. Senza di essi, viene meno l’equilibrio dell’intero ecosistema gardesano». Nel frattempo, i volontari continueranno il monitoraggio del territorio, auspicando una presa di coscienza collettiva e interventi concreti da parte delle istituzioni locali per prevenire futuri episodi di degrado ambientale.