La sentenza

Sindaco assunto come responsabile area tecnica: condanna per Giunta e segretario

Il caso riguarda il Comune di Paratico: secondo la Corte dei conti c’è stata una colpa grave e si è configurato un danno erariale

Sindaco assunto come responsabile area tecnica: condanna per Giunta e segretario
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La sentenza della Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la Lombardia, porta la data del 13 marzo. Il caso, più volte balzato alle cronache negli anni scorsi, riguarda il Comune di Paratico e la scelta (ripetuta nell’arco di due mandati amministrativi) di affidare l’incarico di responsabile dell’area tecnica a un altro primo cittadino, ossia il sindaco di Erbusco. Sotto la lente della Procura regionale della Corte dei Conti è finito l’operato dell’ex sindaco Carlo Tengattini, dell’ex segretario comunale Franco Spoti, del segretario comunale pro tempore Caty Lazzaroni, dell’ex vice sindaco Maria Concetta Smiroldo, dell’attuale sindaco Gianbattista Ministrini, degli assessori Francesco Pianegonda e Leda Liborio, tutti condannati a risarcire il Comune per il danno erariale provocato.

Sindaco assunto come responsabile area tecnica: "illegittimo"

La segnalazione alla Procura contabile di un’ipotesi di violazione era avvenuta il 19 giugno 2019, ma i fatti sono antecedenti. Si riferiva infatti che la Giunta comunale di Paratico, nel giugno 2014, aveva affidato e successivamente prorogato l’incarco di responsabile dell’Area tecnica all’architetto Ilario Cavalleri, che da maggio 2014 era stato però eletto sindaco di Erbusco. Un’assunzione a titolo oneroso e non gratuito, come previsto dall’articolo 5 comma 5 del d.l. 78/2010, trattandosi di titolare di una carica elettiva. Il Comune di Paratico aveva risposto con una nota, confermando l’incarico conferito. Il 12 agosto 2019 e il 7 febbraio 2020 alla Procura contabile della Corte dei conti erano giunte altre due segnalazioni, che sostanzialmente ribadivano l’illegittimità dell’incarico.

L'istruttoria della Corte dei conti

Nell’istruttoria, la Corte dei conti ripercorre i vari decreti che hanno portato al conferimento dell’incarico professionale e successivamente alla proroga dello stesso all’architetto Cavalleri. Nella sentenza si riporta che con l’incarico affidato con la delibera di Giunta del 15 luglio 2014 il Comune aveva conferito al responsabile dell’area tecnica complessivamente 280.366,21 euro (di cui 193mila interni al quinquennio prescrizionale); con la successiva delibera del 19 luglio 2019 era stata corrisposta la somma di 156.975,94 euro. La Corte dei conti ha riscontrato l’avvenuta violazione dell’articolo 5 comma 5 del d.l. 78/2010 e ritenuto che si è verificato un danno erariale pari a 350.384,16 euro.

Condannati a risarcire il Comune

Esaminate le argomentazioni difensive, ritenute non convincenti, la Procura della Corte dei conti ha citato in giudizio gli amministratori e i segretari oggetto dell’istruttoria, i quali hanno difeso la correttezza del proprio operato ed eccepito l’incostituzionalità della norma ritenuta violata. Tuttavia, per la Corte dei conti, il danno erariale c’è stato: all’architetto Ilario Cavalleri poteva essere attribuito l’incarico “esclusivamente a titolo gratuito, e non a titolo oneroso come in effetti è avvenuto”. E non è tutto: sotto il profilo soggettivo secondo il Collegio c’è stata colpa grave in capo ai sindaci, agli assessori e ai segretari comunali pro tempore che hanno adottato le due delibere “incriminate”. Per quanto riguarda il “quantum” risarcitorio, la Corte ritiene di dover tenere in considerazione l’utilità tratta dal Comune di Paratico a seguito delle prestazioni lavorative dell’architetto (se fosse stata scelta un’altra persona, avrebbe comunque dovuto essere pagata) e il fatto che gli amministratori erano convinti di agire nell’interesse dell’ente. Però il danno è stato rideterminato in 5mila euro per ciascuno dei coinvolti, da ritenersi responsabile in eguale misura.

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