Disagio giovanile

Si avvicinavano alle vittime strattonandole per poi derubarle, nei guai due maggiorenni e un minorenne

Due dei destinatari delle misure sono stati collocati in comunità mentre un terzo è stato posto in regime di arresti domiciliari presso la propria abitazione.

Si avvicinavano alle vittime strattonandole per poi derubarle, nei guai due maggiorenni e un minorenne
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I Carabinieri del Comando Provinciale di Brescia, nelle prime ore di questa mattina (venerdì 1 aprile), hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. presso il Tribunale per i minorenni di Brescia e dal G.I.P. presso il Tribunale Ordinario di Brescia, su richiesta delle rispettive Procure della Repubblica che concordavano con il solido quadro indiziario raccolto dai Carabinieri, nei confronti di tre giovani (un 17enne e due maggiorenni di 18 e 19 anni) ritenuti presunti responsabili in concorso ed a vario titolo del reato di rapina aggravata, commesso in più occasioni nei confronti di coetanei perlopiù minorenni, nel capoluogo.

Prevenzione e contrasto

Le misure cautelari sono scaturite da un’indagine condotta dai militari della Stazione Carabinieri di Brescia-Piazza Tebaldo Brusato - che si inquadra nella costante azione di prevenzione e contrasto svolta dall’Arma dei Carabinieri nell’ambito della criminalità predatoria - avviata a seguito di quattro rapine avvenute con il medesimo modus operandi e prevalentemente nel corso dei fine settimana, in diverse aree di aggregazione giovanile del centro storico tra il mese di dicembre 2021 e lo scorso febbraio.

Cosa è emerso dalle indagini

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, condotte attraverso analisi dei filmati di video-sorveglianza, escussioni testimoniali e riconoscimenti fotografici, i tre destinatari delle misure cautelari avrebbero operato avvicinandosi alle vittime, circondandole e spintonandole per poi sottrargli piccole somme di danaro e capi d’abbigliamento, quasi sempre giubbotti ma anche un berretto ed effetti personali quali documenti ed in una circostanza uno smartphone. In un’occasione le vittime sarebbero state anche minacciate dai presunti responsabili che, documenti alla mano, dopo aver riferito di conoscere i loro normi, avrebbero intimato loro di non denunciare l’accaduto per evitare ritorsioni. Due dei destinatari delle misure sono stati collocati in comunità mentre un terzo è stato posto in regime di arresti domiciliari presso la propria abitazione.

 

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